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La sirena d’allarme lanciata ieri da Texas Instruments, che ha tagliato le previsioni per il primo trimestre
La prospettiva di una contrazione del mercato 3G, fornita proprio da uno dei maggiori produttori di chip per cellulari, ha fatto scivolare in particolare i titoli dei più importanti gruppi hi-tech europei da Nokia a STMicroelectronics.
Texas Instruments ha abbassato le previsioni relative alle vendite e agli utili per il primo trimestre 2008 e punta ormai su un utile per azione compreso tra 0,41 e 0,45 dollari, contro il precedente obiettivo di 0,43-0,49 dollari e un consensus di 0,46 dollari.
Il fatturato è compreso tra 3,21 e 3,35 miliardi di dollari rispetto a un precedente target di 3,27-3,55 miliardi e a stime di mercato di 3,4 miliardi di dollari.
L’attività semiconduttori del gruppo non dovrebbe superare vendite per 3,14-3,26 miliardi di dollari, contro i 3,20-3,46 miliardi previsti in precedenza.
Invariate le previsioni della divisione Education Technology – il comparto calcolatrici – che dovrebbe generare un fatturato tra 70 e 90 milioni di dollari.
La società di Dallas ha fatto sapere che il taglio delle stime è anche legato al fatto che uno dei suoi maggiori clienti ha ridotto i volumi di produzione di cellulari 3G per marzo.
Bocche cucite sul nome di questo cliente, ma secondo alcuni analisti potrebbe trattarsi proprio di Nokia.
La società finlandese è tra l’altro ai ferri corti con la Germania: la decisione di chiudere l’impianto di Bochum – che impiega circa 2.300 persone – per trasferire la produzione in Romania, dove il costo del lavoro è 10 volte più basso, proprio non è andata giù al governo del Nord Reno-Westfalia che ha chiesto alla società la restituzione di finanziamenti pubblici e interessi per un totale di 60 milioni di euro entro il prossimo 31 marzo.
Lo stesso cancelliere tedesco, Angela Merkel, si è detto “scandalizzato” per la decisione del gruppo finlandese, che tocca da vicino i dipendenti dello stabilimento e un altro migliaio di lavoratori dell’indotto.
Secondo Nokia, il costo del lavoro in Romania è 10 volte più basso rispetto alla Germania, ma in base ai dati della Commissione europea il gap è anche superiore: in media, i costi del lavoro in Germania raggiungono infatti 32 euro all’ora, contro i 2,45 euro della Romania.