Unione Europea
Mentre la proposta della Commissione europea di introdurre più competitività nel settore delle telecomunicazioni sta alimentando un dibattito aperto e propositivo – quasi perfettamente bilanciato tra favorevoli e contrari – si fa in salita la strada per la creazione di un’Authority europea, a causa di un’evidente carenza di supporto.
Ironicamente etichettata dal Direttore ETNO Michael Bartholomew come una sorta di “nuova malattia” a causa dell’acronimo poco rassicurante (EECMA, European Electronic Communication Market Authority), la nuova Authority rischia di essere affossata prima di nascere dal parere opposto non solo degli operatori dominanti (rappresentati dall’ETNO), ma anche degli Stati membri e dei regolatori nazionali.
L’ultimo pollice verso è arrivato dall’Ofcom – l’Authority britannica per le tlc – generalmente considerato il maggiore alleato di Viviane Reding nella battaglia per la riforma del settore.
Il Commissario ai media e alla società dell’informazione ha spesso indicato l’Ofcom come un modello per i regolatori europei, essendo stato il primo a praticare la strada della separazione funzionale e della suddivisione del mercato nazionale della banda larga in ‘sotto-mercati’ tali da consentire l’abolizione della regolamentazione nelle aree fortemente concorrenziali.
Tuttavia, il parere del Ceo Ofcom Ed Richards sull’Authority europea, non è quello che la Reding si sarebbe aspettato: la nuova agenzia “aumenterebbe costi e burocrazia, interferendo con attività già svolte da altre autorità esistenti, oltre a essere in conflitto col principio di regolamentazione indipendente”, ha sottolineato Richards, ribadendo i dubbi già espressi da altri regolatori, dall’ERG nel suo complesso, da altri Stati membri e dal Parlamento europeo.
Alcuni parlamentari, ad esempio, hanno espresso il dubbio che la creazione di una Authority europea andrebbe ad aumentare troppo i poteri in mano alla Commissione. Un ulteriore problema riguarda poi la garanzia d’indipendenza della nuova agenzia.
“Chi se ne occuperà”? si chiede l’europarlamentare Pilar del Castillo (EPP-ED, ES), mentre Catherine Trautmann (PES, FR) ha chiesto maggiori chiarimenti su come la Commissione intende affrontare i possibili conflitti di competenza tra i regolatori nazionali e la nuova Authority.
“Non sono sicuro che la nuova agenzia riuscirà a chiudere due specie diverse in una gabbia”, ha sottolineato Alexander Alvaro (ALDE, DE), riferendosi al fatto che la nuova Authority dovrebbe inglobare le funzioni dell’esistente European Network and Information Security Agency.
Le preoccupazioni di Alvaro riguardo “l’aumento dei poteri in mano alla Commissione” sono state condivise anche Francisca Pleguezuelos (PES, ES), secondo cui “…si sta rompendo l’equilibrio con gli Stati membri. Dare nuovi poteri alla Commissione causerà solo più problemi”.
Ma la Reding è ferma nel difendere la sua posizione, sottolineando tra l’altro che
Il cyber attacco contro le infrastrutture elettroniche strategiche dell’Estonia è l’esempio pratico delle teorie della Reding e ha dimostrato agli occhi di tutti che le reti di telecomunicazione sono essenziali come le autostrade per fornire servizi ai cittadini. Il loro collasso, ha sottolineato ancora il Commissario, genera sentimenti di panico nella popolazione, simili a quelli causati da un attacco terroristico in piena regola.
L’attacco alle infrastrutture estoni, la cui matrice non è stata ancora identificata, sarebbe stato una reazione alla decisione delle autorità estoni di rimuovere un monumento di guerra dell’era sovietica da un parco; il risultato è stato il blocco completo di numerosi siti web governativi del paese.
Quanto accaduto mette in risalto il fatto che la sicurezza delle informazioni non è più semplicemente una battaglia contro un virus o un attacco spam. Spesso sono in gioco anche fattori di tipo legale, di identità e geopolitici.
“Ci saranno altri attacchi. Ce ne sono stati e altri maggiori arriveranno”, ha dichiarato la Reding.
Per la Reding, la soluzione è rappresentata dal rafforzamento del ruolo dell’ENISA, l’Agenzia europea per la sicurezza delle reti e dell’informazione.
Il mandato dell’agenzia scade nel 2009, ma già lo scorso anno un rapporto della Commissione metteva in luce i problemi dell’agenzia riguardo “la struttura organizzativa, il mix di competenze, la grandezza dello staff operativo, le difficoltà logistiche”.
Perciò il Commissario insiste sulla necessità di integrare le funzioni dell’ENISA in quelle della nuova Authority che avrebbe uno staff di 134 persone e un budget annuo iniziale di 10 milioni di euro, che aumenterebbe a 28 milioni dopo il terzo anno. La ‘fusione’ avverrebbe nel 2011.
La nuova Authority, ha quindi ribadito la Reding, “…sarà più efficiente e avrà più senso economicamente”.
Le sue tesi, tuttavia, sono state contraddette anche dalla maggiore associazione sindacale europea di settore, l’UNI-Europa Telecom, che rappresenta circa un milione di lavoratori.
“L’UNI non si oppone all’armonizzazione delle regole del settore, ma molte domande restano senza risposta, in particolare riguardo i compiti della nuova Authority, tra cui la proporzionalità, la sussidiarietà, il suo ruolo nell’analisi dei mercati nazionali, e il valore aggiunto rispetto alle attuali funzioni svolte dall’ERG”.
Anche il rappresentante di Tele2 – che, come operatore alternativo ha sempre sostenuto l’operato della Reding – ha sottolineato che l’Authority non è “un obiettivo in sé” e che il reale bisogno è quello di avere regolatori più forti.
“Quello che manca – ha spiegato Mikael Grape – è l’armonizzazione nell’azione dei regolatori, e questo è un problema soprattutto per gli operatori alternativi”.