Italia
Accordo bilaterale di collaborazione in materia radiotelevisiva tra l’Italia e la Repubblica di San Marino. Il Vicepresidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri, Massimo D’Alema, ha incontrato alla Farnesina il responsabile sammarinese del dicastero, il Segretario di Stato Fiorenzo Stolfi, per firmare l’intesa.
L’accordo si colloca nel contesto degli eccellenti rapporti tra i due Paesi e rappresenta una ulteriore conferma della comune volontà di consolidarli nei diversi settori.
Viste le rapide innovazioni tecnologiche nel settore radiotelevisivo, e in particolare nella prospettiva del passaggio al sistema digitale, si è ritenuto necessario aggiornare il quadro di riferimento della cooperazione bilaterale nel settore, in precedenza fornito da un’intesa del 1987.
Il Ministero degli Esteri informa che, nella prospettiva dell’utilizzo del sistema di diffusione satellitare, l’intesa prevede la possibilità di una programmazione mirata all’area adriatico-balcanica per la promozione della lingua italiana, della cultura e dell’immagine dei due Paesi.
Esso conferma, tra l’altro, la collaborazione tra i due servizi pubblici radiotelevisivi, prevede una possibile estensione del bacino d’utenza per l’emittente sammarinese, istituisce una Commissione Mista con un ruolo non solo di monitoraggio ma anche propositivo nei temi oggetto dell’intesa.
Intanto procedono i lavori per lo switch-off della Sardegna. Nella riunione della task force, coordinata dal Ministero delle Comunicazioni, per gestire il processo di transizione al sistema televisivo digitale nella regione che spegnerà per prima l’analogico, si è stabilito che le attività di completamento della conversione degli impianti avverranno tra il 1° settembre e il 30 ottobre 2008.
Il periodo di passaggio servirà per consentire alle imprese radiotelevisive di provvedere all’acquisizione di tutti gli apparati tecnologici e i materiali necessari, nonché a intervenire sulle centinaia di impianti presenti sull’isola per realizzare le reti isofrequenziali.
“…Tale tempistica – spiega il Ministero – è fondamentale per consentire alle imprese radiotelevisive di provvedere all’acquisizione di tutti gli apparati tecnologici e i materiali necessari nonché ad intervenire sulle centinaia di impianti presenti sull’isola per realizzare reti isofrequenziali”.
La metodologia è stata elaborata dalla Fondazione Ugo Bordoni e prevede di minimizzare ogni impatto sulla popolazione, sia in termini di durata delle operazioni sia in termini di mancata fruizione del segnale delle emittenti interessate.
Il 22 febbraio è inoltre divenuto efficace il DM del 24 gennaio 2008, del Ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni (in applicazione della Legge Finanziaria) che stanzia 54,8 milioni di euro per sostenere il processo di transizione al digitale nelle Regioni italiane interessate.
Il decreto in particolare prevede: 35.000.000,00 di euro per l’adeguamento dell’impiantistica Rai
; 10.300.000,00 di euro per le iniziative nelle aree All digital ; 6.500.000,00 di ; 3.000.00
Per quel che riguarda il coordinamento internazionale delle frequenze vi è stato un incontro tra una delegazione Francese, guidata dal direttore dell’Agenzia Francese per le frequenze Francois Rancy e una italiana, composta da rappresentanti dell’Agcom, del Ministero delle Comunicazioni e della Fondazione Ugo Bordoni , finalizzato alla definizione di una intesa riguardante il coordinamento internazionale delle frequenze.
Le delegazioni hanno convenuto sulla necessità di adottare un approccio flessibile per il coordinamento bilaterale al fine di soddisfare le necessità di entrambi i Paesi in termini di canali utilizzabili nella transizione al digitale, nel rispetto comunque dello scenario stabilito dalla Conferenza di Ginevra.
Altro importante accordo, quello del tavolo tecnico dell’Agcom d’intesa con il Ministero delle Comunicazioni sulla configurazione e sul numero delle reti digitali terrestri da realizzare da parte delle televisioni nazionali e locali nella Regione Sardegna.
L’intesa è stata condivisa dalla Rai e da tutti gli operatori televisivi, nazionali e locali, presenti nella regione.
“Si tratta di un risultato importante per tutto il Paese – ha dichiarato il Presidente dell’Autorità Corrado Calabrò – anche perché è la prima volta che in Italia si arriva ad un accordo, condiviso da tutti gli operatori, sulla pianificazione delle frequenze televisive”.
Il presidente ha spiegato che l’Autorità si è fortemente impegnata per giungere a questo risultato che, dopo decenni di disordine nell’uso delle frequenze, “…allinea l’Italia alla pianificazione internazionale decisa a Ginevra nel 2006 e rende in prospettiva efficiente e pluralistico l’uso dello spettro radioelettrico, come ci richiede la Commissione europea”.
Nel tavolo – sulla base dei principi stabiliti dall’Autorità – si è tenuto conto di tutte le esigenze prospettate: copertura universale e sviluppo del servizio pubblico radiotelevisivo, salvaguardia della continuità delle trasmissioni attualmente irradiate e degli investimenti già effettuati, garanzia del ruolo delle emittenti locali nella televisione digitale, ingresso nel settore di nuovi operatori di rete, sviluppo della televisione in mobilità e delle nuove tecnologie.
Calabrò ha precisato che “…ora il percorso di trasformazione della televisione da analogico a digitale, che la legge prevede si concluda entro il 2012, ha una strada tracciata che consentirà di programmare gli investimenti necessari per il raggiungimento dell’obiettivo in condizioni di certezza e nel rispetto degli accordi internazionali”.
Sulla base dei criteri dettati dall’Agcom nella delibera n. 603/07/CONS e delle risorse di frequenze disponibili in Sardegna, derivanti dalla Conferenza di Ginevra 2006, l’accordo prevede che delle 21 frequenze in UHF con copertura superiore all’80% del territorio, 14 siano assegnate alle emittenti nazionali e 7 alle emittenti locali di estensione regionale, secondo criteri equi, trasparenti e non discriminatori; 2 frequenze in VHF con copertura superiore all’80% del territorio all’emittenza nazionale; 6 frequenze con coperture tra il 50 e il 70% per territorio all’emittenza nazionale; 10 frequenze con copertura subregionale alle emittenti locali, pluriprovinciali e subregionali.
Tra le frequenze con copertura superiore all’80%, 2 sono riservate all’ingresso di operatori nuovi entranti, secondo le regole che saranno determinate dall’Agcom e dal Ministero; 5 frequenze di copertura subregionale costituiranno una riserva che potrà essere utilizzata nella fase della negoziazione negli accordi nazionali e bilaterali con i Paesi confinanti.
Tale suddivisione tiene conto delle seguenti esigenze: assicurare alla Rai le frequenze necessarie per la copertura uniforme del territorio per la trasmissione dei programmi analogici e digitali, tenuto anche conto delle peculiarità della rete regionalizzata (RaiTre) e dell’esigenza di sviluppare applicazioni innovative (quali i servizi in mobilità) come prevede la legge e il contratto di servizio con la Rai; assicurare la continuità delle trasmissioni degli attuali operatori televisivi sia in analogico che in digitale, salvaguardando il servizio all’utenza e gli investimenti effettuati e fornendo garanzie di copertura del territorio anche alle emittenti nazionali che attualmente hanno un “deficit” di copertura; assicurare alle emittenti locali risorse necessarie per mantenere e migliorare le proprie coperture; mettere a disposizione risorse per i nuovi entranti.