Italia
Se è vero che l’unione fa la forza, allora unirsi è l’unico modo per i consumatori di porre fine agli abusi in bolletta di Telecom Italia.
Non ha dubbi Altroconsumo, che invita i clienti dell’ex monopolista a segnalare il loro caso all’associazione per indirizzare alla società una “richiesta cumulativa di restituzione degli importi” guadagnati illecitamente dai cosiddetti servizi non richiesti.
In caso di esito negativo, verrà valutata l’ipotesi della class action.
Sms truffaldini, dialer, numerazioni satellitari, servizi a valore aggiunto mai richiesti, connessioni a Internet mai effettuate: in un momento in cui la pazienza dei consumatori è esasperata da un caro vita senza freni, dover combattere anche contro questi abusi – che si riflettono in bolletta sotto forma di addebiti spesso a diversi zeri – è davvero frustrante.
A nulla serve rivolgersi ai call center, i cui addetti, avranno anche tanti problemi, ma tra questi anche quello di una preparazione a volte ai limiti dell’accettabile.
Recentemente, inoltre, è dovuto intervenire l’antitrust per evitare che venisse staccata la linea a quegli utenti che si rifiutavano di pagare i salatissimi conti legati a chiamate satellitari mai effettuate, alla cui origine vi sarebbe l’installazione, da parte di società non riconducibili a Telecom Italia, di “dialers” sull’hardware dell’utente.
L’Antitrust sta indagando anche su questo fronte, dopo aver avviato un’istruttoria nei confronti di Telecom Italia, Elsacom e altre sette società – Globalstar Europe, Csinfo, Eutelia, Karupa, 10993 S.r.l, Teleunit e Voiceplus – accusate di aver messo in atto per anni pratiche commerciali scorrette nei confronti di centinaia di consumatori.
Le associazioni hanno più volte denunciato l’immobilismo di governo e autorità di fronte al ripetersi degli abusi legati ai numeri ‘speciali’, sottolineando come la maggiore imputata – Elsacom – fosse tra l’altro una società controllata da Finmeccanica, a sua volta controllata dal ministero dell’Economia e delle Finanze, con il 32,45% del capitale sociale.
Recentemente Telecom Italia ha anche deciso di pagare oltre 6 milioni di euro per evitare sanzioni ben più pesanti da parte dell’Agcom e, a proposito degli sms truffa – che invitano a chiamare una fantomatica segreteria telefonica per ascoltare un presunto messaggio personale, a costi che arrivano anche 15 euro – e dei molti fenomeni fraudolenti segnalati dalle associazioni dei consumatori correlati all’utilizzo di numerazioni satellitari, si è impegnata, dopo diverse delibere dell’Autorità “a introdurre nuovi strumenti di prevenzione e controllo della spesa telefonica”.
L’Ad Franco Bernabè ha anche espresso in una lettera indirizzata al presidente Corrado Calabrò, l’auspicio che “…si possano individuare, sempre in collaborazione con le istituzioni, ulteriori strumenti finalizzati ad eliminare i fenomeni fraudolenti che danneggiano la fiducia e l’immagine degli operatori e del mercato”.
A questo proposito, l’Agcom – che ha raccolto nel 2007 oltre 60 mila segnalazioni di abusi – si è impegnata a completare, in tempi brevi, il nuovo regolamento sull’uso delle numerazioni in modo da prevedere che l’attivazione dei servizi a sovrapprezzo maggiormente onerosi avvenga solo su esplicita richiesta degli utenti così come è stato da tempo sollecitato dalle Associazioni dei consumatori.
Entro l’estate dunque gli utenti che effettueranno telefonate satellitari o a numeri speciali a valore aggiunto dovranno ricevere una bolletta separata e dovrebbero essere introdotte modalità automatiche di blocco con meccanismi di silenzio-assenso, con la possibilità di riattivare tali numerazioni solo su richiesta individuale e con apposito codice PIN.
“Ora basta!”, dice però Altroconsumo che, dopo Federconsumatori e Adusbef, valuta l’avvio di una class action.
Certo, oggi ai piani alti della società hanno altro a cui pensare: approvare i conti 2007 e varare il piano industriale da presentare domani ad analisti e investitori.
Secondo le previsioni, i ricavi saranno stabili, il debito calerà leggermente (da ai 37,3 miliardi di euro di un anno fa a 36,2 miliardi) e il dividendo subirà un deciso taglio.