Telecom Italia: continua la discesa in attesa del piano industriale e i piccoli azionisti chiedono ‘un’azione di responsabilità’

di Alessandra Talarico |

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La parola ai fatti. L’amministratore delegato di Vodafone Italia, Pietro Guindani, non vuole entrare nel merito della questione Open Access: la nuova divisione creata da Telecom Italia per garantire un accesso egualitario alla rete servirà davvero ad assicurare una maggiore concorrenza sul mercato, o è solo fumo negli occhi come già qualcuno sostiene?

 

“Noi non giudichiamo, diamo fiducia e valuteremo sui fatti”, ha dichiarato Guindani, che dice di condividere la posizione dell’ad di Telecom, Franco Bernabè sul fatto che “…c’è un procedimento in corso con l’Autorità, aspettiamo di valutare al momento giusto”.

 

Mentre analisti e risparmiatori attendono di sentire dalle parole del nuovo management qual è la reale situazione finanziaria e quali strategie saranno messe in atto durante i prossimi tre anni, il titolo della società telefonica continua la sua discesa, arrivando sotto la soglia di 1,6 euro, ben lontano, dunque, dai 2,85 euro pagati dagli spagnoli di  Telefonica ad ottobre.

 

Una discesa di cui non si intravede la fine. Il titolo ha perso dall’inizio dell’anno il 23% del suo valore: per trovare una quotazione inferiore a quella degli ultimi giorni bisogna andare indietro al 1998, ma allora – sottolineano gli analisti – il trend era al rialzo.

 

A pesare sul titolo, secondo gli analisti, la “perdita di appeal” del piano industriale che verrà presentato venerdì: il mercato sembrerebbe scettico di fronte alla possibilità di un taglio netto col passato anche perché, secondo alcune fonti, pure dopo la prossima riorganizzazione del gruppo, ai posti che contano resteranno gli uomini chiave della precedente gestione Tronchetti Provera.

 

Non aiutano poi le voci sempre più insistenti di un taglio ai dividendi, che si prevede passeranno da 0,14 a 0,08-0,10 euro, e neanche le stime degli analisti, che prevedono oneri non ricorrenti per circa 700 milioni di euro e un utile che dovrebbe attestarsi a 2,4 miliardi di euro. Riguardo i ricavi, gli analisti azzardano una cifra pari a 31,3 miliardi, mentre margine operativo ‘organico’ e risultato operativo dovrebbero attestarsi rispettivamente a 12,41 miliardi e 6,6 miliardi di euro.

 

La situazione catastrofica del titolo della maggiore società italiana di Tlc, anche se non sembra interessare troppo ai piani alti, preoccupa, e molto, i piccoli azionisti, parte dei quali ha inviato una lettera ai consiglieri, al presidente del collegio sindacale e per conoscenza al presidente della Consob, Lamberto Cardia, per chiedere spiegazioni su alcuni aspetti poco chiari risalenti alla passata gestione e che potrebbero aver innescato questo “ribasso sconcertante”.

In occasione della loro relazione all’Assemblea annuale di bilancio e pagamento del dividendo, il prossimo 14 aprile, i piccoli azionisti, insomma, vorranno vederci chiaro e pretendono una “puntuale rendicontazione” di quanto è successo negli anni passati e del perché questa situazione sembra non avere uscita, in vista di “una eventuale azione di responsabilità”.

 

Ieri, intanto, gli analisti di Credit Suisse First Boston hanno ridotto la raccomandazione sul titolo da neutral a underperform e tagliato il target price da 2 a 1,70 euro, così come aveva fatto il giorno prima anche Bnp Paribas, che ha ridotto il target price del 9%, a 2 euro.

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