Italia
OK dall’Agcom al secondo regolamento per l’applicazione della par condicio nelle emittenti televisive private durante l’ultimo periodo della campagna elettorale, che va dal 10 marzo al voto.
L’Autorità in sostanza ha recepito l’analogo documento approvato giovedì scorso dalla Commissione parlamentare di vigilanza Rai.
Più precisamente, come ha spiegato il presidente Corrado Calabrò, non sono previsti al momento faccia a faccia tra i candidati premier neanche sulle reti private, bensì un confronto fra tutti i candidati della durata di un’ora e mezza, così come ha stabilito la Vigilanza.
“…Alla fine di una lunga discussione, la Commissione Servizi e Prodotti dell’Autorità – ha detto – ha ritenuto di richiamare la norma della Commissione parlamentare e di non individuare una soluzione differente sui faccia a faccia per le Tv private”.
In particolare il commissario di area Udc, Gianluigi Magri, aveva proposto di attribuire a ogni candidato premier la possibilità di lanciare una sfida per un duello in Tv: una volta verificate le accettazioni, sarebbe stato stilato un elenco da proporre alle Tv private per un accordo. In caso di mancato accordo, si sarebbe fatto il sorteggio.
“…Mi hanno lasciato solo“, ha commentato Magri, riferendosi alla bocciatura della sua proposta. “…Sto valutando di dimettermi“.
In ogni caso, Calabrò è del parere che “…la formula individuata dalla Vigilanza ha bisogno di ulteriori sviluppi in termini applicativi. C’è l’impegno unanime della Csp, nel caso in cui la vigilanza modifichi il suo testo, a muoversi immediatamente per fare altrettanto sul nostro regolamento. Credo che ci siano richieste in tal senso e che si stia lavorando per trovare una soluzione”.
Quanto alla possibile disponibilità dei due leader principali Walter Veltroni e Silvio Berlusconi, a confrontarsi, “…bisogna vedere – ha aggiunto – se rientra nelle norme relative all’informazione e non in quelle sui confronti. Ad ogni modo, si tratta di una materia ancora fluida, vedremo in progress come regolarci”.
Per il presidente dell’Agcom, però, la strada da seguire dovrebbe essere quella di chiarire meglio le norme emanate dalla Vigilanza.
L’Autorità per le comunicazioni ha già apportato alcune novità nel suo regolamento sulla par condicio televisiva.
“…Abbiamo precisato meglio il capitolo sull’informazione, ritenendo quello della Vigilanza troppo sommario e stringato. In particolare, abbiamo messo delle precise norme per il conduttore di una trasmissione quando è l’unico a garantire il contraddittorio con l’esponente politico. Il conduttore non deve esternare nessun tipo di partigianeria e assicurare un eguale trattamento a tutti gli intervistati”.
Inoltre, le Tv private dovranno garantire “…un equilibrio tra tutti i contendenti all’interno del ciclo della trasmissione”, comunicando, peraltro, in anticipo le date degli incontri con i candidati premier.
Per Calabrò il problema di fondo che sta emergendo sulla par condicio televisiva per questa tornata elettorale “…è che la legge non è più adatta e adeguata, visto che lo scenario politico è cambiato e non ci sono più solo due coalizioni”.
Intanto in Vigilanza si valuta la lettera indirizzata dal direttore generale della Rai, Claudio Cappon, al presidente Mario Landolfi: le conferenze stampa dei candidati premier, previste nel regolamento tra le 21 e le 22:30 su Raiuno nelle ultime due settimane prima delle elezioni, costeranno all’azienda 40-50 milioni di euro. Un esborso che rischia di “…pregiudicare irreparabilmente l’equilibrio finanziario del 2008“ , sul quale pesano già i costi per i diritti Tv degli Europei di calcio e delle Olimpiadi di Pechino.
Dato l’elevato numero di candidati premier, il Dg evidenzia una forte preoccupazione: “sarà necessario trasmettere un numero elevato di conferenze stampa, da un’ora ciascuna, nella fascia importantissima del prime time, per di più nel pieno periodo di garanzia primaverile”, scattata il 24 febbraio che durerà fino a fine maggio.
Il risultato, in base alle stime della Sipra, la concessionaria che cura la raccolta pubblicitaria, sarebbero “mancati introiti nell’ordine di 40-50 milioni“.
Di qui il “pressante invito” di Cappon alla Vigilanza a valutare la possibilità che la Rai possa scegliere la “collocazione di rete più opportuna” per le conferenze stampa, coinvolgendo quindi anche Raidue e Raitre.
Altre perplessità dei vertici Rai riguarderebbero la collocazione in palinsesto delle interviste di 20 minuti, tra le 22 e le 23:30, ai rappresentanti nazionali di ciascuna delle liste, ma anche delle tribune elettorali da 45 minuti in orari di buon ascolto, preferibilmente prima o dopo i principali Tg, evitando la coincidenza con altri programmi a contenuto informativo. Ma sarà un po’ difficile evitare che questi appuntamenti vadano a cozzare contro “Porta a Porta”, “Ballarò” o “Annovero”.
“…Non sarò io a cambiare il regolamento – ha già precisato Landolfi – né sarò io a farmi carico di cercare consensi su questa criticità dei palinsesti Rai. Se verrò sollecitato da più parti nella Commissione e ci saranno le condizione per l’unanimità – ha concluso – verremo incontro alla lettera di Cappon”.