Italia
Secondo quanto stabilito dalla Corte di Giustizia europea, lo Stato italiano dovrà risarcire Telecom Italia per aver versato, nel 1998 un canone di concessione pari a 385 milioni di euro, pagato nell’ambito della legge Finanziaria del 1999 che prevedeva il pagamento da parte degli operatori, di un contributo sostitutivo del canone di concessione divenuto inapplicabile dopo la liberalizzazione del mercato.
Telecom Italia e Tim hanno quindi dovuto pagare allo Stato rispettivamente 385 mila e 142 mila euro. Contributo stabilito in percentuale al fatturato delle aziende, ripartito tra il 1999 e il 2003.
Come già stabilito anche dal Tar del Lazio nel 2006 il pagamento di questo canone è in contrasto con
A chiedere il pronunciamento della Corte del Lussemburgo è stato proprio il Tar del Lazio, che nel 2006 aveva accolto le istanze anche di Vodafone e Wind, imponendo allo Stato il rimborso, rispettivamente, di 190 milioni di euro e 30 milioni di euro.
Secondo quanto sostenuto dal governo italiano, l’obbligo di pagamento del canone di concessione avrebbe potuto essere mantenuto fino al 31 dicembre 1998.
Posizione respinta dai giudici della Corte di giustizia, i quali hanno ribadito che il mantenimento di tale obbligo nel corso dell’anno successivo alla trasposizione della direttiva nel diritto nazionale è contrario al diritto comunitario, in quanto lo Stato non può pretendere “da un operatore, già titolare di un diritto esclusivo sui servizi di telecomunicazioni pubbliche, divenuto titolare di un’autorizzazione generale, il pagamento di un onere pecuniario come il canone corrispondente all’importo precedentemente previsto come corrispettivo per il diritto esclusivo”.
La notizia del risarcimento arriva nel giorno in cui Telecom si è aggiudicata anche una delle licenze WiMax (blocco B) per la Sardegna, con un’offerta da 580 milioni di euro. La licenza per il blocco A dovrebbe andare ad Ariadsl, con un’offerta di 635 mila euro, mentre la terza potrebbe aggiudicarsela A.F.T., sempre con 635 mila euro.
L’asta, giunta settima giornata di rilanci con 16 partecipanti attivi, è giunta ieri alla ragguardevole cifra di 113 milioni di euro, segnando un incremento del 129% rispetto ai valori iniziali.
Dalla gara si sono ritirate, dopo Wind, anche Elettronica Industriale (Gruppo Mediaset) e Fastweb, che hanno ritenuto l’esborso per le licenze troppo alto.
Anche se i giochi sembrano pressoché chiusi in Sardegna – la formalizzazione dell’aggiudicazione dovrebbe arrivare oggi – il quadro nelle atre regioni è ancora incerto.
Ariadsl ha presentato le migliori offerte in sei aree di gara – dalla Lombardia alla Sicilia – A.F.T in 5. Telecom invece resta in gara per l’area 4 (Lazio, Abruzzo, Molise) con un’offerta di 7,63 milioni di euro, per l’area 5 (Campania, Puglia, Basilicata, Calabria) con un’offerta di 5,6 milioni di euro e per la Sicilia con un’offerta di 2,53 milioni di euro.