Unione Europea
Continua il cammino intrapreso dalla Gran Bretagna nella lotta contro la pirateria digitale.
Le autorità non hanno ancora legiferato, nel tentativo di lasciare spazio all’autoregolamentazione degli ISP, ma è partito il conto alla rovescia.
Se i fornitori di accesso a internet non troveranno al più presto soluzioni efficaci in grado di contrastare il download illegale di contenuti protetti, entro la primavera del 2009 verrà applicato un nuovo dispositivo legislativo a cui gli ISP non potranno sottrarsi.
“Il governo non ha il desiderio ardente di legiferare”, ha spiegato al Financial Times il ministro della cultura Andy Burnham. Il messaggio però è chiaro: se gli ISP non provvederanno a mettere in atto delle regole chiare contro la pirateria sarà il governo a farlo, senza scont per nessuno.
I fornitori d’accesso, da canto loro, sostengono di non poter agire da ‘gendarmi della rete’, adducendo motivazioni tecniche – vista l’impossibilità di fare distinzione tra peer-to-peer legale e pirateria – e anche giuridiche, alla luce delle diversi leggi che impediscono ai fornitori d’accesso l’esercizio di funzioni di sorveglianza, salvo nel caso di procedure penali.
Oltre alle pressioni sugli ISP – che un po’ come chiedere agli operatori telefonici di controllare ogni singola telefonata per trovare eventuali prove di attività illegali – il governo intende anche inasprire le sanzioni per violazione di copyright, finanziare corsi di aggiornamento per le forze dell’ordine che hanno a che fare con questo tipo di reati e lanciare campagne informative e di dissuasione contro il download illegale.
Il maggiore coinvolgimento degli ISP nella lotta alla pirateria rientra nell’ampio piano del governo Brown volto a trasformare la Gran Bretagna in un modello per le industrie creative.
Il programma “Creative Britain: New Talents for the New Economy” contiene una serie di incentivi all’industria, inclusa la realizzazione di scuole specializzate in arte e musica: 5 centri di eccellenza in diverse ‘arti’ in grado di creare 5 mila posti di lavoro entro i prossimi 5 anni.
Nelle scuole primarie verranno introdotte 5 ore a settimana di ‘cultura’ (lezioni di arte, musica, teatro e ballo).
Se tutte queste misure basteranno a eliminare ogni forma di violazione della proprietà intellettuale entro il 2012, anno in cui in Gran Bretagna si terranno le Olimpiadi, questo è ancora da vedere.
Sono molti, a detta degli esperti, i punti deboli del Piano antipirateria, nonostante alcune misure ‘eccellenti’: primo fra tutti, la presentazione ‘ufficiale’ di cifre relative alle perdite dell’industria audiovisiva che in realtà sono difficili da quantificare e che provengono esclusivamente dalle stime fornite da fonti sicuramente di parte, come la BSA e l’IFPI.
I partigiani della libertà di espressine, inoltre, contestano che il piano è solo il primo passo verso l’introduzione di misure coercitive per i diritti fondamentali degli utenti.