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Nanotecnologie: per gli americani sono ‘moralmente inaccettabili’. Ecco perché l’Europa potrà diventare leader nel settore

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Le nanotecnologie sono moralmente accettabili? Secondo la maggior parte degli americani no.

È quanto emerge dallo studio “Religion colors americans’ views of nanotechnology”, condotto dal professor Dietram A. Scheufele docente di comunicazione delle bioscienze presso l’Università del Wisconsin.

 

L’opinione pubblica europea, più favorevole a uno sviluppo etico delle nanotecnologie, potrebbe dunque permettere alla Ue di conquistare la leadership in questo promettente settore.

Secondo il sondaggio, infatti, il 29,5% degli americani considera queste tecnologie moralmente inaccettabili. Convinzioni esarcebate dalla forte religiosità che permea il Paese.

Secondo uno studio condotto in Europa sullo stesso tema, è risultato invece che in Gran Bretagna questa percentuale sale al 54,1%, in Germania al 62,7%, in Francia al 72,1%.

 

“Le differenze tra gli Usa e i Paesi europei maggiormente impegnati nello sviluppo di questo settore chiave sono importanti”, ha spiegato il professor Scheufele nel corso del meeting annuale dell’American Association for the Advancement of Science (AAAS ).

 

Secondo Scheufele, la regione principale di queste divergenze sono da ricercare principalmente nell’approccio religioso alla questione.

I risultati dello studio mostrano dei chiari parallelismi tra le differenze in termini di accettazione delle nanotecnologie e in termini di morale.

“La religione – ha spiegato il professore – svolge un ruolo importante nella vita degli americani, mentre gli europei sono in prospettiva nettamente più laici”.

 

Dall’analisi di Scheufele, le persone fortemente religiose considerano i ricercatori come demiurghi, dal momento che essi creano nuovi materiali o mezzi in grado di migliorare le qualità umane attraverso le nanotecnologie, le biotecnologie o le cellule staminali.

 

Nota quindi Scheufele che non si può tirare in ballo ‘l’ignoranza’ nel rifiuto delle nanotecnologie, dal momento che le persone intervistate nel sondaggio si sono dimostrate ben informate sull’argomento e sui potenziali vantaggi che la ricerca in questo settore potrebbe portare in termini economici, sociali e ambientali.

 

Non c’è dunque bisogno di maggiore informazione, dal momento che le persone sembrano già essersi fatte un’idea sull’argomento e, malgrado ciò, continuano a mostrarsi contrari a queste tecnologie per motivi religiosi.

 

Secondo il professor Scheufele i risultati di questo studio influenzeranno la maniera in cui gli esperti spiegheranno le tecnologie e le relative applicazioni in futuro. Ciò vuol dire che la comunità scientifica americana dovrà contestualizzare meglio le nanotecnologie e meglio comprendere le ragioni dell’opinione pubblica, in genere propensa a qualsiasi forma di progresso tecnologico.

 

Le divergenti opinioni di americani ed europei sulle nanotecnologie si contrappongono, ad esempio, a quelle sugli OGM, molto apprezzati oltreoceano ma contestatissimi in Europa dove, appunto, le nanotecnologie sono considerate molto più utili alla società e moralmente accettabili.

 

Le nanotecnologie permettono di creare migliori prodotti e servizi che contribuiscono a migliorare la qualità della vita. Ma cosa si intende nello specifico col termine “nanotecnologie”?

 

La nanotecnologia costituisce un ambito d’investigazione altamente multidisciplinare, coinvolgendo molteplici indirizzi di ricerca che vanno dalla biologia molecolare alla chimica, scienza dei materiali e ovviamente fisica, sia applicata che di base, fino all’ingegneria meccanica ed elettronica. Può essere vista sia come un’estensione delle scienze esistenti sulla scala nanometrica, che come un loro riarrangiamento (definizione tratta da Wikipedia).

 

Diversi prodotti nanotecnologici sono già in commercio: si tratta in particolare di nuovi componenti elettronici e chimici, tessuti intelligenti, rivestimenti innovativi per le superfici, nuovi strumenti diagnostici in ambito medico.

 

Secondo la Commissione, l’opinione pubblica gioca un ruolo determinante nell’innovazione tecnologica.

Ecco anche perché all’inizio di febbraio, l’esecutivo ha deciso di adottare un codice di buona condotta per le ricerche in questo settore.

 

Ispirato a principi quali precauzione, inclusione, responsabilità, il codice invita i Paesi Ue a impegnarsi in concrete azioni con la partecipazione di università, istituti di ricerca e aziende, per uno sviluppo sicuro delle nanotecnologie.

 

Per il Commissario Ue alla Scienza e alla Ricerca Janez Potočnik, “…Le nanotecnologie e le nanoscienze potrebbero essere alla base della prossima rivoluzione tecnologia e l’Europa mostra già buoni risultati”.

 

“La nostra forza – ha aggiunto – risiede in parte nell’attenzione che noi accordiamo al loro sviluppo e a un uso responsabile. Il codice di buona condotta è uno strumento elaborato dalla Commissione, dopo consultazione pubblica, che consentirà di rispondere più facilmente alle preoccupazioni legittime che possono sollevare le nanotecnologie”.

 

Ricordiamo infine che nell’ambito del sesto programma quadro di ricerca, l’Unione europea ha destinato 1,4 miliardi di euro a 550 progetti nel campo delle nanoscienze e delle nanotecnologie. Stanziamento che rappresenta un terzo del finanziamento pubblico in favore delle nanotecnologie e che fa della Commissione europea il maggiore organismo di finanziamento al mondo in questo settore.

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