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Prima o poi doveva succedere: China Mobile, non contenta di essere il maggior operatore cinese, ha deciso di affacciarsi sui mercati europei.
Nonostante le priorità per quest’anno siano i mercati di Africa e Medio Oriente, il colosso telefonico cinese sta considerando l’opzione di diventare operatore virtuale in Europa, per non perdere i profitti legati a tre vettori: la possibilità di espansione nei mercati emergenti dell’est; il mercato sempre più cospicuo di cinesi che vivono all’estero e vogliono tenersi in contatto con il proprio paese d’origine, e il mercato dei “viaggi brevi”, che include i clienti che viaggiano per lavoro e il crescente numero di turisti cinesi.
Secondo il Financial Times, l’espansione europea di China Mobile si inserisce nel nuovo corso ‘go global’ della politica di Pechino, sempre più improntata all’espansione mondiale della propria industria.
Proprio come gli operatori europei sono in prima linea per cogliere le opportunità di un mercato dal forte potenziale di crescita, dunque, anche le società telefoniche cinesi cominciano a guardare con interesse i mercati occidentali.
China Netcom, il secondo operatore di rete fissa, per esempio, ha aperto una sede a Londra a novembre dell’anno scorso, e anche China Mobile ha deciso di stabilire il quartier generale per le operazioni nell’area Emea a nella capitale britannica.
Henry Ge, numero uno di China Mobile UK, ha riferito al quotidiano della City che i tentativi della società di crescere in maniera organica sui mercati europei potrebbe essere molto lungo, sui 5 anni, e perciò è preferibile avviare più proficue collaborazioni con partner in grado di gestire una rete robusta.
Sulla scia delle proteste legate allo strapotere della società sul mercato domestico – China Mobile controlla il 70% del mercato, con 369 milioni di clienti – il governo cinese dovrebbe tra l’altro concludere entro breve la ristrutturazione del mercato che potrebbe portare, secondo gli scenari previsti dal Financial Times, allo spezzettamento del secondo operatore mobile del Paese, China Unicom, e alla ripartizione delle sue risorse di rete tra gli altri due gestori di rete fissa China Netcom e China Telecom.
Riforma che ha fatto drizzare le antenne degli operatori occidentali: nelle scorse settimane, infatti, gli spagnoli di Telefonica hanno annunciato di aver raggiunto un accordo per l’acquisizione di un’ulteriore 2,2% del capitale di China Netcom, portando così la propria quota al 7,2% con l’obiettivo di salire in futuro ad almeno il 10% e l’investimento globale nella società a circa 735 milioni di euro.
Anche Vodafone ha quindi reso noto di voler rafforzare la propria posizione nel paese, in cui è presente grazie a una quota del 3,3% in China Mobile.