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È scoppiata la guerra dei brevetti tra Research in Motion – produttore del BlackBerry – e Motorola, il terzo produttore mondiale di telefonini.
Le due società si sono fatte causa l’un l’altra nel corso del fine settimana: la prima – che conta 12 milioni di utenti in tutto il mondo, dei quali 8 milioni solo in Nord America – sostiene che la rivale avrebbe infranto le leggi sulla proprietà di vari brevetti e avrebbe cercato di trarre guadagni “irragionevoli” dalla concessione delle proprie licenze.
Motorola ritiene invece RIM ‘consapevolmente’ colpevole della violazione di 7 brevetti relativi alle tecnologie di comunicazione mobile.
Violazioni che avrebbero causato un “danno irreparabile” alla società di Schaumburg, che ha quindi chiesto al giudice federale del Texas di imporre a RIM l’immediata interruzione dell’uso delle tecnologie incriminate, oltre naturalmente a un cospicuo risarcimento danni per violazione di brevetto.
La disputa coinvolge gli ultimi modelli lanciati da RIM, inclusi i BlackBerry Pearl e Curve, ma anche il software BlackBerry Exchange Server, quello che sta al cuore del servizio push-email, bandiera del dispositivo.
La tecnologia contesa copre diverse applicazioni di punta del BlackBerry, tra cui i sistemi per memorizzare le informazioni, per riconoscere i numeri delle chiamate in entrata, per controllare l’accesso a nuove applicazioni oltre a diversi aspetti dell’interfaccia del dispositivo.
RIM sostiene tuttavia che Motorola abbia infranto diversi suoi brevetti, tentando al contempo di trarre profitti eccessivi dalle proprie licenze, e ha chiesto alla corte di stabilire se la condotta di Motorola violi un accordo in base al quale la concessione dei suoi brevetti avrebbe dovuto sottostare a termini di ragionevolezza.
RIM chiede inoltre al giudice di appurare le infrazioni su diversi brevetti, incluso uno relativo a un dispositivo mobile “con tastiera Qwerty”.
La disputa tra le due aziende è solo l’ultima in una lunga serie di cause relative al mercato in forte espansione delle email wireless e degli smartphone dotati di tastiera Qwerty.
RIM, ad esempio, ha pagato nel 2006 la bellezza di 612 milioni di dollari per chiudere un contenzioso che da 4 anni la contrapponeva a NTP, che reclamava la paternità di alcuni brevetti relativi alla tecnologia utilizzata nel BlackBerry.