Italia
Un venerdì così nero, Telecom Italia non lo viveva da almeno 5 anni e ancora questa mattina, all’apertura delle Borse, non si era placato l’effetto delle dichiarazioni che hanno provocato una caduta del titolo a livelli che non si toccavano dal 2003, ma l’amministratore delegato Franco Bernabè tenta di smorzare i toni, sottolineando che sul nodo centrale del contendere, il debito, la società è “totalmente tranquilla”.
“E’ stato fatto un eccellente lavoro di consolidamento che ci rende molto tranquilli e sereni anche nelle difficili condizioni che hanno caratterizzato i mercati negli ultimi mesi”, ha dichiarato Bernabè, sottolineando che allo studio non c’è alcuna ipotesi di aumento di capitale.
Le dichiarazioni incriminate – prontamente smentite dalla società e contro le quali sono state annunciate azioni legali “a tutela della stessa Società e del mercato in relazione alla disciplina degli abusi di mercato” – sono state rilasciate venerdì dai rappresentanti sindacali a conclusione di un incontro con il numero uno di Telecom Italia, Franco Bernabè, il quale avrebbe spiegato che il rientro del debito sarà un processo tutt’altro che facile e avrebbe parlato di “un’azienda impoverita dal punto di vista industriale e internazionale, oltre che compromessa sotto il profilo finanziario”.
La società ha comunque immediatamente smentito “fermamente che nel corso dell’incontro sia stato fatto alcun riferimento da parte dello stesso Amministratore Delegato alla politica dei dividendi, ad aumenti di capitale o alla sostenibilità del debito” e ha annunciato azioni legali.
Affermazioni subito rettificate anche dal segretario generale della Uilcom Bruno Di Cola, il quale ha sottolineato che le dichiarazioni rilasciate dopo l’incontro con l’Ad di Telecom, “non avevano carattere di oggettività, ma rispondevano esclusivamente a impressioni e interpretazioni personali sulla situazione finanziaria e industriale dell’azienda”.
Interventi che a poco sono serviti per evitare il tonfo in Borsa: alla chiusura delle contrattazioni di venerdì, il titolo Telecom aveva perso il 4,65% a 1,822 euro, dopo perdite che erano arrivate a toccare il 7%. 370 milioni le azioni passate di mano, più del doppio delle quantità trattate in media negli ultimi tre mesi, mentre il segretario generale SLC/CGIL Enrico Miceli ha sottolineato l’urgenza di una ricapitalizzazione e dell’azzeramento dei dividendi.
Decisamente negativo, dunque, l’esito del primo incontro tra il nuovo vertice e i sindacati, proprio mentre l’azienda si trova a dover affrontare molte spinose questioni: dal reperimento delle risorse da investire in una rete di nuova generazione – valutate in circa 10 miliardi di euro – alla questione della separazione della rete, che la società ha provato a indirizzare con la creazione, annunciata mercoledì, di Open Access, una divisione separata dalle attività commerciali, ma sempre parte integrante del gruppo e sulla quale ancora si attende il parere dell’Authority.
La società presenterà il prossimo 6 marzo i risultati finanziari e il nuovo piano industriale, ulteriore banco di prova per la nuova gestione, mentre attende l’esito, in Francia, della vendita della divisione internet Alice France per la quale sono in corsa Bouygues Telecom, Iliad, Ypso e Neuf Cegetel.
A metà mattinata, dopo una timida ripresa (+0,33% a 1,828 euro), il titolo Telecom ha ricominciato a frenare cedendo il 2,52% a 1,776 euro.