Francia
Scompiglio sul mercato televisivo francese dopo lo sciopero di ieri, che ha visto scendere in piazza 11mila dipendenti della Tv pubblica per protesta contro la decisione del presidente Nicolas Sarkozy di sopprimere la pubblicità. Proposta non condivisa dai sindacati che temono per il futuro del servizio pubblico.
Il Ministro delle Comunicazioni, Christine Albanel, ha rassicurato: “Prenderemo tutte le misure per sopperire al mancato guadagno“.
Era dal 1974, quando ci fu la chiusura dell’ORTF (Office de Radiodiffusion-Télévision Française), che la Tv pubblica non vedeva una mobilitazione così imponente.
I sindacati, che rappresentano i dipendenti di France Télévision, Tv5, Radio France e Radio France International, “…chiedono la continuità del servizio pubblico audiovisivo, del suo finanziamento e il rispetto del pluralismo”.
L’intersindacale è stata ricevuta martedì all’Eliseo per una “prima riunione interlocutoria” alla presenza dei consiglieri Georges-Marc Benamou, Raymond Soubie e del segretario generale aggiunto François Pérol.
Ma questo incontro non sembra aver sortito alcun effetto e resta ancora un mistero l’entità della misura di finanziamento.
David Martinon, uno dei portavoce dei presidente, ha fatto sapere che “prossimamente” Sarkozy si pronuncerà a riguardo.
Tra l’altro, secondo alcune indiscrezioni, è possibile che entro domani venga nominato il presidente della futura holding che raggruppa RFI, France 24 e TV5Monde.
Aspettando, resta in dubbio la questione del finanziamento per la soppressione della pubblicità su France Télevision, il cui mandato guadagno è stimato in 1,2 miliardi di euro.
L’Eliseo ha detto d’aver “confermato” la “regola della compensazione euro per euro” per le entrate pubblicitarie perse. Nella riunione, i sindacati sono stati rassicurati ancora una volta sul fatto che non ci sarà una privatizzazione e che sarà mantenuto l’attuale perimetro di France Télévision (France 2, France 3, France 4, France 5 e RFO).
Ma per colmare il deficit pubblicitario, che dovrebbe coinvolgere anche Radio France, “… ci si interroga su tutto (…) e questo ci agita”, ha commentato Jean-François Téaldi, portavoce dell’intersindacale alla fine dell’incontro.
Continuano a essere evocate diverse possibilità: tassazione degli operatori di telefonia mobile e internet, entrate pubblicitarie supplementari per i canali privati, che dovrebbero beneficiare di un rapporto tra il 60% e il 90% delle entrate del gruppo pubblico, come ha sottolineato Téaldi facendo riferimento a uno studio commissionato dal governo.
Se tra i parlamentari che stanno seguendo la vicenda si fa strada l’idea di ottenere con l’aumento del canone parte dei compensi sottratti, non tutti sembrano d’accordo con questa ipotesi.
Lunedì, Patrick de Carolis, CEO di France Télévisions, ha ricevuto i sindacati per informarli delle trattative in corso con il governo. Ha scritto ai Ministri della Cultura e delle Finanze, per chiedere la convocazione di un Cda straordinaria per il 27 febbraio “per fare il punto sulle conseguenze della soppressione della pubblicità e sulle differenti possibilità considerate”.
Il CEO ritiene che l’annuncio della soppressione della pubblicità, “…provocherà probabilmente una perdita delle entrate per l’anno 2008” . “…Se si intende mantenere le previsioni di budget per l’anno in corso, bisogna pensare subito a una sostituzione delle entrate perse”.
De Carolis ha proposto anche la possibilità di ridurre gli acquisti all’estero di format da produttori indipendenti.
Secondo il parere dell’intersindacale, il mancato guadagno sulle entrate pubblicitarie previste per il 2008, “…potrebbe essere del 20%, vale a dire 160 milioni di euro per un bilancio di 850 milioni di euro”.
In totale, secondale stime dei sindacati, “l’insieme dei bisogni” per preparare i programmi che sostituiranno la pubblicità e la ristrutturazione della regia pubblicitaria, stimata in 70 milioni di euro, porterebbe il bisogno di finanziamento per il 2008 a “260 milioni di euro“. Cifre tuttavia smentite dalla direzione.
Ma a parte l’anno in corso, a preoccupare i sindacati sono le mancate entrate degli anni a venire. Parliamo di circa 1,1 miliardi di euro, se si considerano gli introiti pubblicitari di France Télévisions nel 2007 (840 milioni di euro) e dei programmi da produrre.
Minacciati dalle tasse che potrebbero colpire proprio le Tv private, TF1 e M6 hanno cercato di minimizzare i “buchi” evocati dalla Tv pubblica. Nicolas de Tavernost, presidente del direttorio di M6, ritiene che le entrate da compensare non superano i 650 milioni di euro. Aggiungendo che, volendo considerare anche i costi della regia pubblicitaria di France Télévisions, questa cifra non supererebbe i 600 milioni di euro.
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