Italia
“Nella sua segreteria ci sono messaggi per te. Chiama da fisso al 899-707744, info e costi nella tuaSEGRETERIA.net”. Sono tantissimi gli utenti che ricevono questo tipo di messaggi sul cellulare. Sms che evidenziano non solo la scarsa conoscenza della grammatica italiana da parte di chi li scrive, ma anche che il business delle numerazioni 899 continua a crescere, nonostante sia ormai assodato che molte società senza scrupoli le utilizzino soltanto per gonfiare le bollette degli utenti.
Pochi giorni dopo l’ispezione presso l’operatore mobile TIM per verificare l’origine e la modalità dell’invio di questi sms truffaldini, e a seguito “di una contestazione dell’Agcom relativa a una serie di attivazioni/disattivazioni non richieste di servizi di telecomunicazione” l’Autorità ha reso noto che Telecom Italia ha effettuato un pagamento ‘volontario’ di 6,5 milioni di euro.
In una nota, l’Agcom ha comunicato di aver altresì ricevuto ed esaminato una lettera dell’amministratore delegato di Telecom Italia Franco Bernabè, “con la quale, a proposito dei molti fenomeni fraudolenti segnalati dalle associazioni dei consumatori correlati all’utilizzo di numerazioni satellitari, Telecom Italia si impegna, a seguito di delibere dell’Autorità, a introdurre nuovi strumenti di prevenzione e controllo della spesa telefonica”.
L’Ad della società su cui maggiormente grava l’attenzione dell’Authority riguardo l’invio di sms truffa esprime nella lettera indirizzata al presidente dell’Agcom Corrado Calabrò, l’auspicio che “…si possano individuare, sempre in collaborazione con le istituzioni, ulteriori strumenti finalizzati ad eliminare i fenomeni fraudolenti che danneggiano la fiducia e l’immagine degli operatori e del mercato”.
A questo proposito, comunica ancora l’Agcom, la Commissione infrastrutture e reti ha anche incaricato gli uffici “…di completare, in tempi brevi, il nuovo regolamento sull’uso delle numerazioni in modo da prevedere che l’attivazione dei servizi a sovrapprezzo maggiormente onerosi avvenga solo su esplicita richiesta degli utenti” così come è stato da tempo sollecitato dalle Associazioni dei Consumatori.
Ritenendo ‘apprezzabile’ la buona volontà di Telecom “nei confronti delle tematiche regolatorie e dei conseguenti interventi a difesa degli utenti”, l’Authority ha infine sottolineato che in base ai dati Istat, “in un contesto di rialzo degli indici dei prezzi al consumo, il settore delle comunicazioni è l’unico a mostrare, sia su base annuale (-8,5%) che mensile (-0,7%), una significativa riduzione”.
Questo, però, escludendo i servizi a sovrapprezzo o i vari servizi non richiesti appioppati dagli operatori – nessuno escluso: nello specifico, le chiamate da telefono fisso ai numeri 899 indicati negli sms truffaldini per ascoltare i messaggi urgenti nella fantomatica segretaria – che fa solitamente capo a un sito web che offre servizi di incontri e chat in genere a sfondo erotico – arrivano a costare fino a 15 euro.
Il presidente Calabrò ha più volte sottolineato che questi sms truffa si inseriscono in un contesto di furberie tipiche di un “malcostume difficile da sradicare”, basate su “un modello di concorrenza che a volte non rifugge da colpi bassi, da artifizi atti a carpire la buona fede dei consumatori, da clausole capestro ad attivazione e fatturazione di servizi non richiesti”, ma contro le quali il regolatore cerca di battersi con le armi che ha a disposizione.
L’associazione dei consumatori Aduc, tuttavia, è molto critica nei confronti dell’Authority e del Ministero delle Comunicazioni, che sono a conoscenza dell’increscioso fenomeno ormai da molto tempo, dopo le numerose denunce presentate nel corso degli ultimi anni.
Secondo il presidente Aduc Vicenzo Donvito, il regolamento sull’uso delle numerazioni a sovrapprezzo avrebbe dovuto essere fatto “già da almeno un anno”, per evitare i tantissimi abusi che nel frattempo hanno continuato ad appesantire le bollette degli utenti.
Aduc e altre associazioni hanno più volte segnalato il fatto che il ministero dispone di soli due addetti al controllo delle numerazioni speciali e si limita a concedere l’uso di questi numeri ai gestori – 35, inclusi tutti i principali gestori e una miriade di società meno note: da Voice plus/Eutelia (quotata in borsa) a BT Italia (gruppo British Telecom), da Telecom Italia a Karupa, Teleunit, Wind, Webcom, Fastweb – che a loro volta li concedono ad aziende che li utilizzano, in teoria, per fornire servizi, dai classici siti pornografici a servizi informativi molto più puritani.
Le numerazioni 899 rilasciate dal Ministero delle Comunicazioni continuano inoltre a crescere: nel 2005 erano circa 100.000, nel giugno 2006 erano 133.700. L’ultimo aggiornamento del ministero porta il totale a 140.000, con un aumento di quasi il 5% in soli tre mesi.
Secondo le stime effettuate da Codacons, il giro d’affari delle truffe via sms si aggira attorno ai 20 milioni di euro, mentre Federconsumatori e Adusbef annunciano di stare valutando l’avvio di una class action contro i responsabili, dopo che le diverse proposte volte a limitare i danni del fenomeno – la disconnessione automatica dei numeri non geografici a tariffazione aggiuntiva e l’invio agli utenti di una tariffazione separata che evidenzi con chiarezza i soldi spesi per il traffico normale da quello a tariffazione aggiuntiva – non hanno ricevuto risposta.