Banda larga: tecnologie Alcatel-Lucent e 100 comuni bergamaschi in rete entro il 2008 contro il digital divide

di Alessandra Talarico |

Italia


Alcatel-Lucent

Alcatel-Lucent si è aggiudicata nei giorni scorsi la gara del progetto wireless di digitalizzazione della provincia bergamasca, grazie al quale 220 mila famiglie, 45 mila imprese e più di 100 Enti pubblici Locali potranno beneficiare dei servizi avanzati offerti da una rete di 400 km di fibra ottica – una tra le dorsali più estese d’Europa – alla quale si raccorderà anche un sistema wireless che coprirà 63 Comuni sparsi sul territorio montano, fin nelle valli più remote.

 

La rete dovrebbe sarà completata entro la fine del 2008, ma i servizi dovrebbero essere disponibili già dai prossimi mesi, attraverso un piano di copertura graduale del territorio.

 

In base al contratto siglato dall’ATI Alcatel-Lucent S.p.a e Valtellina S.p.a con ABM ICT S.p.A – l’Azienda Bergamasca Multiservizi Information Communication Technology della Provincia di Bergamo che ha la missione di realizzare, mantenere e sviluppare la rete a larga banda – Alcatel-Lucent si occuperà dell’installazione degli apparati in tecnologia Hyperlan e Wi-Fi, per i quali sono stati selezionati 110 siti dai quali il segnale verrà irradiato attraverso access point fornendo una copertura completa a tutti gli uffici pubblici, a gran parte del tessuto industriale e agli utenti residenziali.

Alcatel-Lucent si occuperà anche della gestione e della manutenzione della rete e di un Network Operation Center dove verranno integrate le singole piattaforme di gestione degli apparati.

 

“Una nuova autostrada. L’autostrada del futuro, della comunicazione e del sapere”: così il Presidente della Provincia, Valerio Bettoni ha definito il progetto, che si colloca nell’ampio programma modernizzazione del territorio che pone la provincia di Bergamo in prima fila nell’attuazione dei dettami stabiliti dall’ultimo vertice di Lisbona in termini di sviluppo della banda larga, sostegno alla formazione scolastica e all’innovazione tecnologica.

 

“L’estesa rete telematica a banda larga ha per la società bergamasca la stessa importanza della nuove autostrade, della TAV e della rivoluzione dei trasporti in corso di realizzazione”, ha dichiarato il presidente Bettoni, secondo cui il network rappresenta “…una altrettanto determinante autostrada del sapere e dell’economia che concorre in maniera decisiva a rompere rischi di isolamento sulle dimensioni internazionali e a ridare slancio innovativo all’intero sistema territoriale”.

 

Il primo troncone del progetto si avvarrà del contributo finanziario di gruppo di banche capeggiato da Unicredit Banca d’Impresa che coprirà l’80% dei costi dell’iniziativa mentre le Provincia completerà il finanziamento con un apporto di 3,2 milioni di euro.

La seconda fase si avvarrà invece di finanziamenti comunitari per i territori che rientrano nel cosiddetto “Obiettivo 2”

 

Un impegno che la Provincia intende rispettare in nome della “pari dignità dei Comuni, e cioè la volontà di servire l’intero territorio, anche quei paesi che non interessano al mercato e agli operatori privati”, e che hanno finora sofferto del doppio svantaggio rappresentato dalla distanza dai grandi centri e dall’isolamento.

 

“Ad oggi – ha sottolineato ancora Bettoni – più del 53% dei comuni interessati dall’iniziativa non dispone della larga banda e in molti casi l’operatore dominante pur sollecitato dall’Amministrazione Locale non ha dato alcuna risposta”.     

 

Un progetto a tutto tondo, dunque, che se da un lato mira a ridurre il digital divide, dall’altro mira anche ad aumentare la competitività del territorio bergamasco – grazie agli innumerevoli vantaggi che la banda larga porterà al sistema delle medie e piccole imprese, caratteristico della provincia – e a migliorare “la qualità dell’azione della Pubblica Amministrazione Locale mettendo a disposizione l’effettiva possibilità di utilizzare tecnologie avanzate per il miglioramento  dei servizi resi ai cittadini e alle imprese”.

 

Last but not least, per ridurre al minimo il disagio ambientale e la necessità di scavi e ricostruzioni nella posa fisica della rete, saranno utilizzati in massima parte impianti esistenti, mentre gli apparati hanno dovuto rispettare una serie di rigide misure volute da ABM ICT per limitare il più possibile l’impatto ambientale: antenne di dimensioni ridotte e tecnologia radio a bassissima potenza per un impatto elettromagnetico più di 1000 volte inferiore rispetto a un comune apparato di telefonia mobile.

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