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Le aziende e i governi dovrebbero imparare a usare meglio gli strumenti informatici e di comunicazione a loro disposizione, per trarre il massimo beneficio economico e sociale dalle tecnologie ICT.
È quanto emerge da uno studio condotto dal Prof. Leonard Waverman della London Business School e dalla società di consulting LECG.
Secondo lo studio, commissionato da Nokia Siemens Networks, anche i Paesi ‘meglio connessi’ del mondo non riescono a sfruttare al massimo il potenziale delle tecnologie di comunicazione e molto spesso, le politiche e le attività regolatorie destinate a promuovere la connettività non hanno l’impatto sperato.
Per questo, Paesi generalmente considerati all’avanguardia nell’adozione delle tecnologie ICT, hanno raggiunto un punteggio modesto in questa valutazione.
In cima alla classifica delle 16 economie guidate dall’innovazione (come sono state definite dal World Economic Forum) ci sono gli Usa, sebbene con 6,97 punti su 10. Seguono Svezia, Giappone e Canada.
La Corea, in genere situata ai piani alti delle classifiche di questo genere, nella Connectivity Scorecard si piazza invece in decima posizione, con 4,78 punti.
L’Italia, con 3,85 punti si colloca al 12° posto.
Secondo gli autori della Scorecard, i governi potrebbero avere vantaggi economici per centinaia di miliardi di dollari se ripensassero le loro politiche sulla connettività.
In base ai risultati di uno studio condotto da Crandall and Jackson, gli Stati Uniti avrebbero un vantaggio economico a lungo termine stimabile in 500 miliardi di dollari solo raggiungendo una penetrazione universale della banda larga.
“Lo studio – ha sottolineato Leonard Waverman – ha dimostrato che neanche le maggiori economie mondiali possono essere soddisfatte del loro attuale profilo telecom e informatico”.
Tutti i Paesi presi in considerazione hanno ancora molta strada da fare prima di raggiungere il massimo punteggio nella classifica della connettività e dovrebbero – ha aggiunto Waverman – considerare infrastrutture e utilizzo come un fattore combinato per raggiungere maggiori benefici in termini economici e sociali.
I Paesi situati nella parte bassa della classifica, presentano seri gap nelle infrastrutture o nell’uso delle tecnologie di comunicazione, o in entrambi.
“Lo studio – ha sottolineato Ilkka Lakaniemi di Nokia Siemens Networks – è una chiamata alle armi per i governi e le aziende. In un periodo di rande incertezza economica, un uso adeguato delle infrastrutture di comunicazione potrebbe portare enormi vantaggi”.
Dal momento che entro il 2015 si prevede che oltre 5 miliardi di persone saranno connesse, “…politici e manager devono incoraggiare lo sviluppo di infrastrutture e investire in asset complementari – persone – che permetteranno di sfruttare il pieno potenziale di queste infrastrutture”, ha aggiunto Lakaniemi.
Il miglioramento delle infrastrutture e un uso più intenso e intelligente delle tecnologie ICT permetterà di raggiungere benefici economici e sociali di rilievo, legati a una maggiore collaborazione e condivisione del sapere, innovazione, produttività e qualità della vita e del lavoro.
“L’uso delle tecnologie di connettività dovrebbe essere paragonato all’evoluzione dell’uso di internet negli ultimi anni. Anche i Paesi più avanzati – ha concluso Lakaniemi – hanno raggiunto solo una prima generazione di connettività e sono incapaci o riluttanti a sfruttare il pieno potenziale di questi strumenti”.
Oggi come 10 anni fa, insomma, non abbiamo intravisto che la superficie dei vantaggi di internet, che nel frattempo è diventato Web 2.0.
Allo stesso modo, quindi bisogna muoversi verso la connettività 2.0, affinché l’uso efficace delle tecnologie disponibili porti a tutti – governi, aziende e consumatori – il massimo vantaggio economico e sociale.