Italia
In vista del seminario FUB ‘Digital Rights Management’, che si terrà il 30 gennaio 2008 presso il Centro Congressi Palazzo Rospigliosi – Sala delle Statue – Via XXIV Maggio, 43 a Roma, pubblichiamo l’introduzione ai lavoratori preaparatori relativi alle problematiche del dibattito globale sulle tecnologie di gestione dei diritti d’autore. I Documenti sono curati da Giuseppe Russo e Paolo Talone.
A piè di pagina, i link alle diverse parti dell’analisi.
L’oggetto della contesa: I contenuti digitali
Per contenuti digitali (“digital media”) si intende qualsiasi contenuto rappresentato in forma numerica che può quindi essere diffuso su supporti fisici digitali e trasportato dalle reti di comunicazione, nonchè fruito su un vasto numero di dispositivi numerici. Gli esempi più celebri sono costituiti da file audio/video (MP3, MP4 …) distribuiti in rete o tramite supporto fisico (Cd, DVD, Blu Ray, ecc.), programmi TV (diffusi su reti satellitari, terrestri, o IP), eBook (che si apprestano e sostituire la stampa tradizionale).
Da quando l’evoluzione combinata delle tecniche di compressione dei contenuti digitali e delle reti di comunicazione ha consentito a tutti ed in tutto il mondo la possibilità di accedere, in modo semplice, ad un enorme patrimonio mediatico e di fruirne nel modo desiderato, si è manifestata la necessità di tecniche di tutela dei diritti nei contenuti digitali medesimi. Tali tecniche sono note sotto il nome di Digital Rights Managements – DRM. Ciò perché gli stessi progressi tecnologici che hanno consentito la diffusione universale dei contenuti digitali, ne permettono la perfetta duplicazione, con semplicità ed economia sconosciute nel mondo dei media analogici (le differenze tra la copia di un CD, per non parlare di un file in rete, e la fotocopia di un libro sono abissali). Dalla duplicazione al commercio senza controllo e consenso di chi detiene i diritti di proprietà intellettuale, il passo è breve.
Pertanto nell’era di Internet e dell’immateriale vi è il rischio che la remunerazione ed anche lo stesso riconoscimento della proprietà intellettuale svanisca ed è condivisibile che autori, esecutori, produttori ed editori rivendichino efficaci forme di tutela delle proprie opere. Si tratta di rivendicazioni condivisibili in quanto chi inventa, sviluppa o produce una creazione intellettuale deve essere remunerato per il proprio sforzo creativo e per il beneficio che da tale sforzo deriva alla collettività. Merita quindi di essere protetto da eventuali utilizzi abusivi della propria opera da parte di terzi, perché, specie in un’epoca in cui ciascuno percepisce la disponibilità di qualsivoglia elemento del patrimonio culturale globale ad un colpo di click, nasce il rischio che svanisca la remunerazione della creatività.
Il ben noto rovescio della medaglia, però, è legato al fatto che, in questa stessa epoca, la diffusione delle opere d’ingegno è condotta da editori che ne acquistano i diritti e le commercializzano. Questi quindi, se da un lato si assumono il rischio industriale, intercettano la gran parte dei profitti. La remunerazione della proprietà intellettuale è pertanto, in gran parte, divenuta remunerazione della promozione e del commercio. Questa ripartizione di profitti, se era più che giustificata nel ventesimo secolo in cui la pubblicazione dei contenuti in forma fisica assorbiva la maggior parte dei costi, nel ventunesimo sta rapidamente divenendo anacronistica in quando la diffusione in rete dei contenuti digitali, ha abbattuto i costi di pubblicazione.
Parte I – Il lato chiaro della forza: La gestione dei diritti digitali
Parte II – Il lato oscuro della forza: Il potere tecnologico di controllo dell’informazione
Parte III – La battaglia tecnologica: Le iniziative tecniche nazionali ed internazionali
Parte IV – Le Guerre Stellari: Le iniziative regolamentari europee
Parte V – L’Impero colpisce ancora: La Consultazione EU 2008
Parte VI – La guerra è appena cominciata: Le iniziative regolamentari nazionali