La Rai approva il piano editoriale e punta ai giovani. Rognoni: ‘ripensare l’intrattenimento, anche con una direzione ad hoc’. Sarà la volta buona?

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“Visto il clima politico, vista la maggioranza di centro destra in Rai, considero un buon risultato l’approvazione del piano editoriale alla unanimità”.

Così il consigliere d’amministrazione Rai, Carlo Rognoni, ha commentato l’approvazione all’unanimità del piano editoriale dell’azienda, sottolineando comunque che “…non è il piano che avrei voluto, anche perché il servizio pubblico in questa fase avrebbe bisogno di scelte molto più coraggiose”.

 

Pur risentendo ancora troppo di spinte conservatrici, il piano approvato consentirà comunque, secondo Rognoni, “…di introdurre importanti innovazioni nei palinsesti dell’autunno”.

 

All’unanimità è stato approvato anche un ordine del giorno che invita il direttore generale ad approfondire nelle prossime settimane alcuni passaggi strategici contenuti in un documento d’integrazione del piano industriale.

 

Il documento d’integrazione tratterà in particolare i rapporti con altri operatori televisivi, la generazione di ricavi incrementali rispetto alle fonti tradizionali, la valorizzazione dei prodotti Rai su tutte le piattaforme, anche in modalità non gratuite. Il documento, che sarà elaborato nei tempi più brevi tecnicamente necessari, verrà sottoposto al Cda per le valutazioni e le decisioni di sua competenza.

 

L’approvazione di questo ordine del giorno è importante perché darà modo al Direttore generale di approfondire diversi punti: “primo, la ricerca di accordi anche con altre società diverse dalla Rai per dar vita eventualmente a un operatore di rete nazionale; secondo, la valutazione per una presenza del servizio pubblico nel mercato pay, un mercato in grandissima espansione; terzo, all’interno di una impostazione gestionale di rigore, la ricerca di iniziative tese allo sviluppo e alla crescita dei fatturati e dei ricavi”.

 

Importanti anche le scelte fatte sul piano dell’informazione, che prevedono orari più stabili per i Tg e la possibilità per il Tg1 di un programma di prima serata che affronti i grandi temi nazionali e internazionali, una miglior programmazione regionale con una striscia al mattino di 30-60 minuti.

Priorità è stata data all’offerta culturale in seconda serata (oggi troppo spesso buoni programmi vanno in onda dopo mezzanotte).

 

Decisivo, infine, secondo Rognoni, l’impegno a “…rivedere e a ripensare l’intrattenimento del Servizio pubblico, non escludendo l’idea di dar vita a una direzione ad hoc, come già esiste per la fiction. Strategico l’impegno a definire meglio l’identità delle reti generaliste. L’obiettivo è conquistare anche un pubblico più giovane”.

 

Archiviato il nodo del piano editoriale, conclude Rognoni, “…non resta che augurarsi che la politica sappia rapidamente risolvere uno dei problemi più gravi: la governance del servizio pubblico, visti i guasti prodotti dalla legge Gasparri”. (a.t.)

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