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La scure dei licenziamenti sta per abbattersi anche su Yahoo!. La web company californiana starebbe infatti preparando un importante piano esuberi per migliorare la propria profittabilità.
I tagli potrebbero riguardare almeno 2.500 dipendenti, su un totale di 14 mila.
I dettagli dovrebbero comunque essere forniti in occasione della presentazione dei risultati trimestrali, il prossimo 29 gennaio.
Dal mese di novembre, il titolo Yahoo! ha perso più del 17%, passando da 25 dollari a poco più di 20 dollari venerdì scorso.
A pesare sulla società anche le accuse non solo di aver collaborato con il governo cinese per l’arresto del dissidente Shi Tao – condannato grazie alla collaborazione di Yahoo!, a 10 anni di prigione per aver diffuso sul web informazioni ritenute “segreti di Stato” – ma anche di aver mentito al Congresso lo scorso anno, quando era stata negata ogni forma di adesione alle richieste inquisitorie di Pechino.
I vertici della società hanno tentato di rimediare, prima con scuse ufficiali, poi con l’impegno a sostenere finanziariamente le famiglie dei dissidenti arrestati, ma il danno ormai era stato fatto e l’immagine della società ne ha molto risentito.
A ciò si aggiunge la concorrenza sempre più agguerrita di Google sul mercato della pubblicità online – maggiore fonte di guadagno per entrambe le società – per contrastare la quale il gruppo di Sunnyvale ha riportato al timone di comando il cofondatore Jerry Yang
Yahoo! aveva annunciato per il terzo trimestre un utile netto in calo del 4,6%, a 15,31 milioni di dollari, su un fatturato di 1,76 miliardi, in crescita del 12% ma di molto inferiore alla crescita del mercato della pubblicità online.
A livello mondiale, Google controlla attualmente più del 32% delle entrate pubblicitarie su internet, contro il 20% di Yahoo!, ma appena due anni fa le due società viaggiavano sullo steso livello.
A fine 2007, Yahoo! impiegava 14 mila persone in tutto il mondo, ossia un quarto in più rispetto alla fine del 2006 e dopo due anni di crescta continuata del personale (+16% nel 2006, +29% nel 2005).
Per diversificare la propria offerta, la web company ha appena presentato la Mobile Developer Platform , la risposta alla piattaforma Android di Google, e la nuova offerta di servizi Go 3.0.
La strategia rientra nell’obiettivo del gruppo di diventare il punto di partenza per l’accesso a internet sia da postazione fissa che in mobilità e non prevede la realizzazione di un telefonino ad hoc, ma di una serie di servizi su misura per la fruizione senza fili.
La società non ha ovviamente commentato le notizie relative ai prossimi licenziamenti, rimbalzate sulla stampa mondiale dal sito Silicon Alley Insider.
L’unico commento è stato affidato alla porta voce del gruppo, Diana Wong, che ha sottolineato come Yahoo abbia intenzione di “…investire in alcune aree, di ridurre la presenza in altre e di eliminare alcuni asset che non rientrano nelle priorità della compagnia”.
Le aree in cui si continueranno a fare investimenti sono sicuramente quella della ricerca, email, e i servizi personalizzati come MyYahoo e di informazione.
L’ultima volta che Yahoo aveva licenziato era il 2001, all’indomani dello scoppio della bolla speculativa, il cui spettro torna ad agitarsi sulle borse mondiali che anche oggi hanno tutte aperto col segno negativo dopo il lunedì nero che ha portato i mercati europei a bruciare oltre 440 miliardi di euro di capitalizzazione.