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Ridisegnare i palinsesti di fronte all’avanzata della web Tv. Ecco come cambia il mercato dei contenuti

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Malgrado gli sconvolgimenti che ha dovuto affrontare negli ultimi anni, dall’arrivo del digitale alle nuove prospettive aperte da internet, la televisione ha retto la concorrenza, difendendo la propria audience più a lungo degli altri media.

La segmentazione dell’offerta ha permesso il mantenimento dei livelli di consumo del piccolo schermo, sebbene il prime time abbia ricevuto un duro colpo.

Le emittenti stanno massicciamente investendo sul web per trarre vantaggio dalle sempre crescenti entrate derivanti dalla pubblicità online attraverso varie strategie: un approccio “second market” volto a massimizzare i guadagni generati dai loro stessi programmi, il controllo sulla distribuzione e la diversificazione dei servizi per il pubblico con maggiore potere d’acquisto.

 

La sfida sta, quindi, nell’avere una forte presa sulle nuove forme di fruizione televisiva piuttosto che restare passivi, in modo da saper raccogliere la sfida che arriva dalle tlc e dai principali portali internet. Necessario allora rivedere i propri business model e riorganizzare l’offerta.

 

Questi gli argomenti al centro del Rapporto di Idate “Tv channel strategies on Internet – Offers, business models, pubblicato nei giorni scorsi.

Lo Studio è basato su interviste ai principali player dell’industria Tv negli Stati Uniti e in Europa. Offre una dettagliata analisi delle strategie di distribuzione online dei canali televisivi, dei principali modelli di investimento e delle strategie di integrazione verticale.

 

In sintesi, i nuovi piani aziendali sono orientati sempre più verso il web e prevedono offerte B2B, B2C e B2B2C. Ma anche un maggiore controllo su diritti e programmazione. L’Analisi presenta quindi un degli interessanti case study su alcuni protagonisti americani ed europei quali ABC, NBC, Fox, TF1, ProSiebenSat1, M6 e Antena3.

 

I ricercatori tentano di dare risposte concrete ai cambiamenti intervenuti sul mercato pubblicitario, senza tralasciare la considerazione di trasferire sul web l’esperienza che i canali hanno consolidato nella programmazione. Viene valutata anche la necessità o meno dei canali Tv di diventare operatori e aggregatori online.  

 

Questo rapporto risulta, quindi, di particolare interesse per i gruppi media e le emittenti televisive, che possono individuare le modalità chiave nella distribuzione di contenuti online e comprendere come trarre vantaggio da una strategia di distribuzione sul web; per i fornitori di contenuti online che vogliano stimare gli sviluppi futuri della Tv online e che vogliano familiarizzare con i nuovi modelli di business; per le web company interessate alle maggiori innovazioni e a individuare il posizionamento delle tradizionali compagnie televisive su internet; per le telcos al fine di analizzare l’impatto delle reti IP sulla distribuzione televisiva e pianificare possibili partnership con broadcaster e Isp; per gli investitori e gli analisti che intendono valutare il potenziale economico delle nuove piattaforme e analizzare il nuovo ecosistema nato dalla diffusione su web dei canali televisivi.

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