Unione Europea
Dalle Ue arriva un monito ben chiaro: modificare al più presto la riforma Gasparri, altrimenti l’Italia verrà portata davanti alla Corte di Giustizia europea.
Ferma presa di posizione quindi da parte degli uffici del Commissario per la concorrenza Neelie Kroes, ad alcuni giorni dalle dichiarazioni dell’ex premier Silvio Berlusconi, per il quale il ddl Gentiloni, fermo in Parlamento, non andrebbe approvato.
Il capo dell’opposizione, intervenendo sui rapporti col governo in merito alla legge elettorale, aveva sottolineato come non ci fosse “…alcuna possibilità di dialogo con forze politiche che mettono in atto una decisone criminale” come quella di approvare il decreto che porta la firma del Ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni.
Un successivo chiarimento da parte del proprio portavoce, Paolo Bonaiuti, aveva poi spiegato che non c’era alcuna intenzione di mettere in discussione gli attuali rapporti con le forze di governo per approvare la legge elettorale.
In ogni caso l’Antitrust Ue ha ritenuto necessario intervenire per precisare che: “….A questo punto della procedura di infrazione la Commissione Ue può decidere o di chiudere il caso, se si è posto fine all’infrazione, oppure deferire lo Stato membro davanti alla Corte di giustizia”.
“….Nessuna decisione, però, è stata ancora presa dalla Commissione“, hanno aggiunto gli uffici della direzione generale per la concorrenza.
“Dal parere motivato inviato a Roma il 18 luglio 2007 – hanno spiegato gli uffici del Commissario Kroes – la Commissione Ue non ha fatto altri passi formali contro l’Italia in questa procedura di infrazione”.
“Le autorità italiane – hanno detto ancora – sono state messe a conoscenza di tale procedura e hanno intenzione di mettere fine ad essa modificando la legislazione esistente”, vale a dire
Dunque, hanno concluso gli uffici del Commissario Kroes, “….ogni valutazione sulla bozza della legge Gentiloni, e se questa risponde alle preoccupazioni della Commissione Ue, potrà essere fatta solo una volta che la nuova legge sia stata formalmente inviata a Bruxelles nella sua versione definitiva”.
L’apertura della procedura di infrazione contro l’Italia risale al luglio 2006, quando
Secondo l’esecutivo europeo quelle norme creano “ingiustificate restrizioni” alla fornitura di servizi nel settore delle trasmissioni televisive, attribuendo “ingiustificati vantaggi” ai due operatori storici, (Rai e Mediaset).
Secondo la Commissione, si legge, “
Infine, la legge nel mirino della Commissione autorizza gli operatori dominanti di mantenere il controllo sulle frequenze e sulle reti per le trasmissioni analogiche fino al momento in cui passeranno al digitale terrestre, privando gli operatori concorrenti di beneficiare delle nuove tecnologie.
Di qui il ddl Gentiloni varato dal governo Prodi che però non è stato ancora approvato in via definitiva dal Paramento. Per questo
Ma decorso inutilmente il periodo concesso, lo scorso ottobre la Kroes è intervenuta stizzita commentando: “…Non è mia abitudine aspettare troppo“.
“Interverremo al più presto“, ha quindi affermato, ma ad oggi nessuna decisione è stata ancora presa da Bruxelles, nonostante il ddl Gentiloni sia fermo in Parlamento.
Il rigetto da parte della Ue aprirà la porta a sanzioni per il nostro Paese dell’ordine di 300-400 mila euro al giorno, finché la normativa nazionale sulle televisioni non sarà cambiata.
Preoccupazione che ha spinto il Ministro Gentiloni a scrivere nuovamente al presidente della Camera Bertinotti, “ricordandogli l’urgenza di portare in aula il mio disegno di legge, già votato in commissione”.