Francia
La proposta del presidente francese Nicolas Sarkozy di voler sopprimere la pubblicità sui canali della tv pubblica e di finanziare i mancati guadagni – circa 800 milioni di euro – attraverso una tassa alle televisioni private e un contributo seppure ‘infinitesimale’ sul fatturato dei nuovi mezzi di comunicazione come la telefonia mobile o l’accesso a internet, ha causato forti critiche da parte dei degli operatori mobili virtuali d’oltralpe.
I membri dell’associazione Alternative Mobile – Auchan Telecom, Breizh Mobile, Carrefour Interactive, Coriolis Telecom, NRJ Mobile, Tele2 Mobile, Transatel, Virgin Mobile – affermano infatti che una simile decisione potrebbe essere ‘fatale’ per il settore.
Una tassa sui profitti del settore mobile virtuale, spiegano gli operatori, allontanerebbe la prospettiva di raggiungere l’equilibrio economico, dopo gli ingenti investimenti effettuati.
Tutto ciò non andrebbe certo a vantaggio dei consumatori, ma degli operatori dominanti, nella fattispecie Orange, SFR e Bouygues Telecom.
“La concorrenza nel settore della telefonia mobile si esercita in condizioni molto difficili per i MVNO, che sono ancora molto fragili di fronte al potere degli operatori storici”, si legge in una nota di Alternative Mobile.
“Se una nuova tassa potrebbe disturbare i player storici, rischia invece di essere fatale per noi, ancora impegnati in una fase di investimenti e per i quali una tassa sul fatturato non farebbe che allontanare la prospettiva di raggiungere un giorno l’equilibrio economico. Il tutto a svantaggio della concorrenza e dei consumatori”, prosegue l’associazione.
A tre anni dal loro debutto sul mercato francese, gli operatori mobili virtuali non si dividono che 2,1 milioni di clienti – contro i 49 milioni degli operatori tradizionali – pari al 4,06% del mercato.
L’amministratore delegato dell’ex monopolista France Télécom, da canto suo, si è detto sorpreso dell’annuncio di Sarkozy: in un’intervista a BFM, Didier Lombard ha ammesso di “…non essere al corrente” dell’annuncio del presidente, sottolineando che comunque una simile iniziativa costringerebbe “a cambiare i nostri modelli, ad adattarci”.
Non si è ancora fatta sentire, invece, la reazione dei fornitori di accesso a internet, mentre appare sempre più evidente la volontà di Sarkozy di accelerare sulla riforma del sistema televisivo pubblico.
Il ministro della Cultura, Christine Albanel, ha infatti spiegato che la legge sarà votata prima dell’estate ed entrare in vigore già nel 2009.