Italiani sempre più dipendenti da cellulari e web. Il consumo digitale fotografato dal 41esimo Rapporto Censis

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Cellulari

Il 41° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Bel Paese fornisce una chiara fotografia dei consumi digitali degli italiani, un popolo che si conferma amante della televisione – intesa nel senso tradizionale ma anche nelle accezioni satellitare e digitale – e sempre più dipendente da internet e telefonino.

 

“Oggi – dice il Rapporto – abbiamo già a disposizione 8 diversi media e ben 20 modalità alternative di accedervi. Vecchi e nuovi media convivono perfettamente nelle scelte delle persone, amplificando ulteriormente gli accessi individuali al mondo dei media“.

 

Nel 2007 il cellulare ha raggiunto un indice di penetrazione complessiva pari all’86,4% della popolazione, ormai a un passo da quel 92,1% che costituisce il consumo complessivo della tv generalista.

Il cellulare è considerato uno strumento d’uso praticamente quotidiano dal 76,9% degli uomini, dal 92,6% dei giovani e dall’81,4% degli utenti con il maggior livello di istruzione.

Il 55,9% dei suoi utenti lo impiega solo per le sue funzioni “basic”. Ai vari tipi di modelli smartphone si accosta il 34,9% degli italiani, mentre il videofonino è appannaggio del 9,3% utenti

 

La televisione tradizionale risulta sempre il mezzo più usato, con il 92,1% di utenti complessivi, ma la tv satellitare raggiunge il 27,3% e la digitale terrestre il 13,4% degli italiani sopra i quattordici anni.

Nel 2007 gli utenti della televisione in generale sono passati dal 94,4% al 96,4% della popolazione, rafforzandone ancora di più la natura di medium universale. La tv satellitare, in un anno, è passata ad attirare dal 17,7% al 28,3% degli utenti di tv, il digitale terrestre dal 7% al 13,9% e anche tutte le altre forme di tv fanno notevoli passi in avanti. Più netto risulta il progressivo passaggio dalla televisione tradizionale a tutte le forme di tv digitale tra i giovani. Il 99,1% di spettatori giovani di tv tradizionale del 2007 si ridimensiona nel 2007 al 93,5%, con la tv satellitare che arriva al 41%, la tv via cavo al 9,4% e la tv via internet all’8,6%. Tra i diplomati e i laureati c’è sempre un buon 94% che segue la tv tradizionale, però anche un 34,5% di pubblico di tv satellitare e un 16,2% del digitale terrestre, a cui si aggiunge anche un 7,1% di utenti di tv via internet e un 6,3% di tv via cavo.

 

Per la radio, al 56% di utenti da autoradio e al 53,7% di ascoltatori da apparecchi tradizionali vanno aggiunti il 13,6% di utenti da lettore Mp3 e il 7,6% da internet.

La flessibilità tecnologica l’ha resa uno degli strumenti di punta della rivoluzione digitale, che ha ridato una nuova, ennesima giovinezza alla radio, che nel 2007 è arrivata a raggiungere il 77,7% della popolazione italiana con punte dell’80,6% tra gli uomini, del 94,4% tra i giovani e dell’86,2% tra i più istruiti.

 

Per i quotidiani oltre al 67% di utenti che leggono un giornale tradizionale acquistato in edicola si deve consi­derare anche 34,7% di lettori di quotidiani gratuiti e il 21,1% di fre­quentatori delle pagine on line dei giornali via internet.

 

L’integrazione tra i media ne incrementa l’uso, coinvolgendo in questo aumento d’attenzione anche quelli tradizionali. Mai la lettura di libri e giornali in Italia aveva raggiunto punte così elevate. Il 59,4% di italiani che hanno letto almeno un libro nel corso dell’anno è un risultato confortante, ma il 52,9% ne ha letti almeno tre. La stessa tenuta di settimanali (40,3%) e mensili (26,7%) conferma che la società digitale non solo non segna la fine della circolazione della carta stampata, ma che anzi la sostiene.

 

Il pubblico dei lettori dei giornali cresce, visto che nel 2007 è entrato in contatto con la stampa d’informazione quotidiana il 79,1% degli italiani: fra quotidiani tradizionali acquistati in edicola, giornali che vengono distribuiti gratuitamente (free press) e siti internet aggiornati continuamente dai quotidiani (online).

Circa il 30% legge solo quotidiani a pagamento, a cui si aggiunge un altro 30% che legge sia quelli a pagamento che quelli free, un altro 11% circa quelli a paga­mento e on line, quasi il 13% tutti e tre.

Calcolando che a leggere solo la stampa free sono meno del 10% dei lettori, si può constatare che ad accostarsi ad un solo modello di informazione a stampa sono sempre il 45% circa di italiani che da decenni costituiscono la tradizionale platea dei lettori dei giornali.

 

Nel 2007 gli utenti internet hanno raggiunto una quota pari al 45,3% della popolazione. Prendendo in considerazione solo gli utenti abituali, quelli cioè che si connettono almeno tre volte alla settimana alla rete, si è passati dal 28,5% del 2006 al 38,3% del 2007, con un indice di penetrazione che ha raggiunto tra i giovani il 68,3% e tra i più istruiti il 54,5%.

 

Cresce, infine, l’abitudine alla lettura. La lettura dei libri negli ultimi anni si è attestata su livelli finalmente interessanti, raggiungendo nel 2007 il 59,4% rispetto al totale della popola­zione. Rispetto al 55,3% del 2006 il progresso non appare eccezionale, ma è notevole il passo in avanti dei lettori abituali, cioè di quanti hanno letto almeno tre libri nel corso dell’anno, che sono passati dal 39,4% al 52,9%. I meno istruiti rimangono al 42,3% complessivo, con un passaggio dal 27,9% al 36% dei lettori abituali. I più istruiti, invece, accrescono ancora il loro già elevato indice dei lettori in gene­rale (dal 72,6% al 74,8%), ma portano i lettori abituali dal 54,7% al 68%.

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