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Quiz Tv truccati? L’Antitrust apre istruttoria su Mediaset-Italia 1

Italia


L’Autorità per la concorrenza e il mercato, competente in materia di pubblicità ingannevole, ha comunicato ad Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e consumatori) l’apertura di un’istruttoria a carico di Rti (Mediaset), a seguito della denuncia inoltrata dall’associazione per una trasmissione a quiz in onda su Italia 1 in fascia notturna.

 

La nota di Aduc spiega che durante il programma i conduttori invitano i telespettatori a rispondere a un quesito e telefonare a un numero speciale (costo minimo 1,20 euro), lasciandogli intuire una possibile vincita immediata determinata dall’abilità. In effetti, dice ancora l’associazione, l’oggetto del contratto è del tutto differente e soggetto a regole non esplicitate durante la trasmissione, neppure per sommi capi.

“In particolare, la possibilità di partecipare al quiz in diretta (che è ciò che dicono i conduttori) è sottoposta a una serie di condizioni e soprattutto all’arbitrio/discrezione della società promotrice, che (regolamento alla mano) potrebbe non far passare alcuna telefonata in diretta”.

Tale regolamento recita: “Il numero delle chiamate che passeranno in diretta televisiva varieranno di puntata in puntata a discrezione della società promotrice. Quindi gli organizzatori potrebbero non far passare alcuna telefonata”.

 

L’associazione consumatori ritiene che l’Antitrust, non ha deciso, come richiesto, la sospensione immediata del programma, come aveva fatto in casi analoghi, con piccole società che mandavano in onda pseudo-quiz su Tv locali. Il ministero dello Sviluppo Economico, a cui va depositato il regolamento del concorso, a seguito della denuncia, nel settembre scorso, si attivò per verificare la legittimità dei finti quiz sulle Tv locali, chiedendo la collaborazione di Guardia di finanza, Antitrust, Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, Polizia postale e Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato. La trasmissione su Italia 1 è iniziata ad ottobre, ma dell’attivismo del ministero nessuna traccia.

 

“Non disperiamo – conclude la nota – ma il sospetto che prevalga la logica ‘due pesi e due misure’ lo manifestiamo pubblicamente. Tv locali e piccole aziende che si inventano la ‘truffetta’ con numeri a pagamento, immediatamente fermate (com’era giusto). Piedi di piombo rispetto al gigante televisivo di proprietà dell’ex presidente del Consiglio”. (r.n.)

 

Denuncia dell’Aduc

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