Stati Uniti
L’operatore statunitense Verizon Wireless ha annunciato ieri l’apertura della propria rete a tutti i dispositivi e le applicazioni internet mobile, con una mossa che strizza l’occhio a Google, che chiede da tempo delle norme che permettano la realizzazione di una rete ‘aperta’ grazie alla quale gli utenti, come avviene in Europa, possano usare il dispositivo mobile o i software che preferiscono, non quelli imposti dall’operatore di rete.
Lowell McAdam, Ceo di Verizon Wireless, ha spiegato che l’operatore vuole rispondere in questo modo “all’ondata di innovazione” avviata dalle compagnie hi-tech che vogliono produrre e immettere sul mercato nuovi dispositivi wireless in grado di garantire una internet experience innovativa.
Il numero di dispositivi supportati dalla rete di Verizon potrebbe così facilmente passare da
Il gruppo di Mountain View si è detto interessato a partecipare all’asta di frequenze che avverrà negli Usa all’inizio del prossimo anno, ma ha proposto alla FCC l’adozione di 4 piattaforme ‘aperte’, relative alle applicazioni, ai dispositivi, ai servizi e alle reti.
Secondo queste condizioni, i consumatori dovrebbero poter scaricare e utilizzare qualsiasi applicazione, contenuto o dispositivo essi desiderino, nonché utilizzare i dispositivi con qualsiasi rete.
Per quanto riguarda i servizi, Google chiede alla FCC di permettere alle terze parti (i rivenditori) di acquistare servizi all’ingrosso, in base a termini commerciali non discriminatori.
Gli analisti spiegano tuttavia che il vero impatto della mossa di Verizon dipenderà dai dettagli dell’implementazione e che difficilmente la società telefonica deciderà di intraprendere iniziative che mettano in difficoltà il proprio business model.
Verizon ha annunciato che le specifiche tecniche per permettere ai telefonini di ogni marca e modello di connettersi alla sua rete saranno rese note il prossimo anno, aggiungendo però che ogni nuovo dispositivo dovrà essere testato per evitare malfunzionamenti della rete.
Per John Jackson di Yankee Group “…difficilmente Verizon metterà a rischio il suo business lasciando chiunque scorazzare sulle sue reti con telefonini Skype e Slingboxes”, i servizi internet voce e video concorrenti.
“Il punto – dice Blair Levin, ex commissario FCC – è che bisogna prima capire come funzionerà l’apertura e a che prezzo arriverà”.
McAdam ha sottolineato che probabilmente i costi del servizio saranno misurati in base alla quantità di banda larga utilizzata. Un approccio che potrebbe scoraggiare l’uso di molti servizi ed è molto più restrittivo del modello flat-rate utilizzato da molte compagnie mobili per incoraggiare un maggior uso di internet mobile.
La mossa di Verizon è comunque piaciuta a Microsoft: il presidente della divisione Mobile Communications, Pieter Knook, ha fatto sapere che il gruppo di Redmond “…è entusiasta della coraggiosa decisione di Verizon per soddisfare le esigenze dei consumatori wireless, che hanno necessità sempre più varie e sofisticate e richiederanno in futuro dispositivi mobili sempre intelligenti e flessibili”.
“Siamo orgogliosi di sostenere ogni passo verso l’accesso aperto che permetta a chiunque di connettersi a qualsiasi informazione quando e dove vuole”, ha concluso Knook.
Soddisfatta ovviamente anche Google, che con la sua piattaforma Android spera di lasciare la sua impronta anche sul mercato della telefonia mobile: “Pensiamo che sia un grande passo avanti. Come internet ci ha dimostrato, i modelli aperti creano migliori servizi per i consumatori e un business più forte per i provider”.