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L’International Telecommunication Union, l’Unesco e l’ICANN collaboreranno alla realizzazione di standard universali atti a costruire un cyberspazio multilingue.
Lo hanno reso noto le tre agenzie nell’ambito del secondo Internet Governance Forum (IGF) di Rio de Janeiro.
Internet è un fattore essenziale per la creazione di una società dell’informazione più inclusiva e orientata allo sviluppo, che punti sulla pluralità e sulla diversità invece che sull’uniformità globale.
Il multilinguismo, spiega dunque l’ITU, è “un concetto chiave per assicurare diversità culturale e partecipazione” a tutti i gruppi linguistici che affollano il mondo virtuale.
Allo stato attuale, tuttavia, centinaia di lingue minori vengono escluse, sebbene non intenzionalmente, dalla radicale espansione della comunicazione e dell’informazione a mezzo internet.
Il gap è stato evidenziato anche nell’ultimo World Summit on the Information Society (WSIS), che ha riconosciuto l’importanza legata alle diversità linguistiche e ai contenuti locali, affidando all’UNESCO la responsabilità di coordinare l’implementazione delle linee d’azione fissate nel corso del Summit.
Uno degli aspetti più importanti di internet è la possibilità, per ogni utente, di avere riferimenti inequivocabili per ogni nome di dominio registrato.
Questa caratteristica è stata realizzata in parte restringendo la possibilità di esprimere i nomi di dominio con i caratteri latini dalla A alla Z, i numeri a 0 a 9 i punti e i trattini.
Questo sistema però non è più sufficiente, perché sono sempre di più gli utenti la cui lingua nativa utilizza caratteri diversi. Allo stesso tempo, però, è vitale preservare l’abilità globale di usare tutti i nomi di dominio, soprattutto dal momento che il sistema Unicode supporta nuovi linguaggi attraverso l’aggiunta dei caratteri necessari per esprimerli.
Importante in questo processo di apertura linguistica del cyberspazio, il ruolo dell’ICANN, l’ente che ha il compito di gestire l’assegnazione dei domini internet.
“Le discussioni di questi giorni, combinate con le attuali valutazioni relative ai nomi di dominio internazionalizzati (IDNs), aiuteranno l’ICANN in questo cammino verso la piena implementazione degli IDNs”, ha spiegato il presidente ICANN, Paul Twomey.
I primi test sugli IDNs sono stati avviati a ottobre 2006, caldeggiati anche dal Commissario Ue Viviane Reding, secondo cui se non si consentirà a un cinese di utilizzare gli ideogrammi o a un arabo di usare il proprio alfabeto si corre il rischio “di una futura frammentazione di internet”.
I test hanno stabilito che l’uso di caratteri al di fuori dei 37 simboli core utilizzati finora non avrebbe un impatto negativo sulle operazioni dei root server, come invece sostenuto da molti studiosi, secondo i quali l’attuale sistema sarebbe essenziale per “assicurare la stabilità e l’interoperabilità globale”.
Questa convinzione è stata smentita anche da Lars-Johan Liman che per l’ICANN si è occupato dei test sull’internazionalizzazione dei DNS (o IDNS), con l’aggiunta di top level domains contenenti caratteri come gli ideogrammi cinesi o caratteri arabi.
Questa evoluzione, ha spiegato Liman, “non ha alcun impatto sui sistemi coinvolti, che si sono tutti comportati esattamente come ci si aspettava”.
Le sperimentazioni, tuttavia, non hanno intenzionalmente incluso la prospettiva “end-user” o un root test live, ma si sono limitate a “replicare l’ambiente root server”.
Questo suggerisce che bisognerà aspettare ancora un po’ prima di arrivare a un web che offra diversi linguaggi di scrittura.
Quando l’ICANN avrà terminato il processo di implementazione degli IDNs, gli utenti intente di tutto il mondo potranno accedere in via sperimentale a pagine wiki in 11 lingue – arabo, cinese, persiano, russo, hindi, greco, coreano, Yiddish, giapponese e tamil.
Queste pagine wiki permetteranno agli utenti di creare delle sotto pagine con il proprio nome nella propria lingua.
“L’ITU è impegnato a promuovere il multilinguismo dei nomi di dominio”, ha dichiarato il segretario generale Hamadoun Touré, sottolineando come la collaborazione con UNESCO e ICANN si pone come obiettivo primario proprio quello di “assicurare un uso di internet senza barriere linguistiche”.