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Arriva la ‘Now Generation’: ritratto di una generazione di padroni che non sa più fare a meno di internet e telefonino

Italia


Il ritratto di una “generazione di padroni“. È quello dei bambini e degli adolescenti italiani, tracciato dall’8° Rapporto Nazionale sulla Condizione dell’Infanzia e dell’Adolescenza, redatto da Eurispes e Telefono Azzurro.
L’edizione annuale del Rapporto – che coincide con il venticinquennale dell’Eurispes e il ventennale di Telefono Azzurro – traccia un identikit in chiaroscuro di una generazione quanto mai tecnologica da un lato, aggressiva dall’altro.

Il termine padroni emerge nel rapporto in diverse accezioni, positive e negative.
Adolescenti padroni delle nuove tecnologie, che rovesciano il loro sapere su genitori poco avvezzi all’uso di internet e dei moderni strumenti di comunicazione, ma anche, come spiega il presidente dell’Eurispes Gian Maria Fara “una nutrita schiera di figli-padroni: aggressivi con il gruppo dei pari, con i professori e con gli stessi genitori”.
Una generazione, dunque, che riesce a sovvertire canoni tradizionali che si credevano duri a morire: se da un lato, infatti, sono loro oggi a trasmettere le proprie conoscenze ai padri e non più sempre viceversa, dall’altro sembra quasi che non siano più loro quelli ‘fragili’, da tutelare, ma che, al contrario, da una parte di questa generazione ci si debba addirittura difendere.

L’avvento di quella che l’Eurispes definisce la “now generation“, era stato paventato da tempo: “Una gioventù – aggiunge Fara – che, a causa della velocità delle trasformazioni sociali e tecno-economiche, enfatizza l’immediatezza ed il presente, poiché il futuro è pervaso da un senso di nebulosità e di incertezza. Oggi e domani infatti non hanno più la distanza di un giorno, ma sono 24 ore di tempo nelle quali i mutamenti possono avvenire in maniera del tutto radicale quanto repentina”.

Un quadro reso ancora più greve dall’incapacità dei genitori di fissare delle regole e di farle rispettare, “di una genitorialità – aggiunge il Presidente dell’Eurispes – permeata da un permissivismo sconcertante rispetto alle richieste dei bambini e dei giovani”.

Riguardo al rapporto tra bambini e nuove tecnologie, emerge dal report che tre bambini su dieci tra i 7 e gli 11 anni (29,6%), affermano di non poter rinunciare alla televisione, mentre il 20,2% preferisce la Playstation. Il cellulare è invece indispensabile per l’11,8% dei bambini, mentre il 4,7% non può fare a meno di Internet, strumento che comunque raccoglie meno consensi rispetto al pc (9,9%), all’Ipod (6%) e addirittura al Dvd (4,8%).

Il 34% dei bambini sostiene di collegarsi alla Rete soprattutto da casa propria, ma anche da casa di parenti o conoscenti o da scuola o addirittura da Internet point.
Su Internet si cercano informazioni (42,5%), materiale utile per lo studio (34,8%), per giocare con i videogiochi (41,5%) o per scaricare musica, video e giochi (33%). Meno utilizzate le chat (13,8) e la posta elettronica (9,9%).
Tanti (quasi 1 su 3) i bambini che affermano di non dover rispondere a nessuno rispetto all’utilizzo di Internet. 

Anche il cellulare è ovviamente sempre più diffuso in questa fascia d’età: lo possiede un bambino su due, il 4,2% ne possiede anche più di uno. Il telefonino viene utilizzato prevalentemente per comunicare (72,9%), ma anche per fare fotografie (56,1%) o filmati (44,5%), ma ‘solo’ il 10,2% degli bambini afferma di aver inserito on line dei filmati girati con il proprio telefonino, mentre il 16% sostiene di non averlo mai fatto perché non conosce la procedura tecnica, o perché non è mai capitato (7,9%). 

Tra i più grandi, invece, il telefonino scalza anche la televisione: il 43% dei ragazzi non potrebbe proprio rinunciare al proprio cellulare o al videofonino – ne possiede uno il 97,1%, più di uno il 9,7% – anche se la televisione (17,6%) resta sempre indispensabile nella vita degli adolescenti. Importanti anche Internet (9,3%), l’Ipod (7,5%), il computer (6,4%), e la Playstation (6%). L’amore per il cellulare è tutto femminile (42,7%), mentre la Playstation è indispensabile per il 13,3% dei ragazzi contro il 6,1% delle ragazze.

Solo il 5,5% dei ragazzi pensa che il cellulare non andrebbe proprio portato a scuola, mentre il 25,7% afferma che il telefonino dovrebbe essere proibito durante le lezioni. Il 90,7% dei ragazzi è a favore di misure che ne regolamentino l’uso in classe. La maggior parte (59,5%) è per la classica via di mezzo: acceso durante le ore di lezione purché la suoneria sia tenuta spenta.

Sempre più diffusa l’abitudine di scaricare file – musica, film, giochi o video – dalla rete: lo fa il 71,2% dei ragazzi, e tra chi lo fa in maniera illegale, parecchi (quasi 1 su 5) non lo dice ai genitori. Il 14,6% gioca di nascosto con videogiochi violenti e il 10,4% ha installato sul pc un software pirata.

Non poteva mancare nel Rapporto Eursipes-Telefono Azzurro, il ritratto del cyberbullo: “il 5,8% dei ragazzi confessa di aver inviato immagini, video o foto minacciosi, l’8,1% di aver diffuso informazioni false su un’altra persona e il 6,5% di aver escluso intenzionalmente una persona da un gruppo virtuale. Chi compie atti di cyberbullismo afferma di fare uso per questo scopo soprattutto del cellulare (69%), il 16,4% utilizza le chat e il 4,9% fa il prepotente on line nei giochi di ruolo. Ma atti di cyberbullismo vengono compiuti anche tramite la messaggeria istantanea (3,6%), i blogs (2,4%), le eMail (2,1%) e i forum (1,5%)”.

Difficile per identificare le vittime, dal momento che la maggior parte dei ragazzi dichiara di non aver mai ricevuto materiale offensivo tramite Internet e telefonino (91,9%), di non essere mai stato escluso intenzionalmente da un gruppo on line (94,9%) e di non aver mai ricevuto o trovato informazioni false sul proprio conto (78,3%).

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