Rupert Murdoch volta pagina: le news del Wall Street Journal online gratuitamente

di Teresa Di Maio |

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Wall Street Journal

Le news dell’edizione online del Wall Street Journal saranno presto rese gratuite.

Lo ha riferito il tycoon australiano Rupert Murdoch in occasione di un news briefing tenutosi ad Adelaide, cogliendo di sorpresa sia il WSJ che il management di News Corporation, di cui è presidente.

Murdoch ha da poco acquisito il Wall Street Journal, sebbene l’acquisizione non sia ancora operativa, la cui versione online conta quasi un milione di abbonati – contro i 227.000 del New York Times e i 101.000 del Financial Times – che presto potrebbero non dover più pagare la quota di 79 dollari richiesta per il servizio.

 

Alla base di questa scelta la volontà di lasciare un po’ per volta i vecchi business model, incentrati sugli abbonamenti, per dar spazio alla pubblicità.

 

A parere di Murdoch, infatti, la nuova strategia dovrebbe rendere piuttosto facile il recupero degli attuali 50 milioni di dollari (stimati dal Dow Jones a 70 milioni) raccolti annualmente con gli abbonamenti: diversificando maggiormente l’informazione e attraendo un’audience globale, secondo il presidente di News Corporation la rinuncia all’attuale milione di utenti paganti si tramuterà nell’acquisizione di oltre 10 milioni di lettori che garantiranno entrate anche maggiori grazie alla pubblicità.

 

In questa prospettiva, Murdoch ha dichiarato inoltre di voler ampliare il formato del giornale di circa il 20% e di voler addirittura raddoppiare l’edizione del sabato espandendone la copertura ad affari nazionali e internazionali.

 

Tuttavia, nessuna decisione sembra ancora definitiva. “Ogni strategia comporta dei rischi: se è vero che le entrate pubblicitarie derivanti dall’apertura del sito a tutti i lettori potrebbero compensare la perdita delle quote di abbonamento”, ha dichiarato Carl Fremont – vice presidente esecutivo della società  di marketing online Digitas – “è anche vero che un ampliamento del target potrebbe comportare un abbassamento del livello dell’audience e che i lettori potrebbero finire col sentirsi alienati e sovraccaricati dalla presenza di più annunci pubblicitari”.

 

“…Tutto è gratuito sul web ed è normale che i lettori tendano a spostarsi su internet”, ha commentato Alan Mutter, ex editore del San Francisco Chronicle e proprietario di un blog specializzato in internet.

“…Più visitatori hai sul tuo sito, più puoi vendere (pubblicità)”, ha detto ancora Mutter, “…Al momento sembra essere un’ottima idea”.

 

Murdoch, che già aveva anticipato questa svolta, si inserisce dunque nella scia di altri illustri quotidiani, come il New York Times, che a metà settembre aveva annunciato che avrebbe resto gratuito il proprio sito internet, visto che la pubblicità riesce a compensare gran parte delle entrate legate agli abbonamenti: l’eAdvertisement – secondo le stime della società – consentirà di guadagnare più dei 10 milioni di euro raccolti annualmente con gli abbonamenti.

Anche il Financial Times si è mosso nella stessa direzione, anche se FT.com era già in gran parte gratuito, l’abbonamento era richiesto solo per alcuni archivi.

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