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Yahoo! ha raggiunto un accordo extra-giudiziario con le famiglie dei dissidenti cinesi Shi Tao e Wang Xiaoning, arrestati, processati e condannati a 10 anni di carcere grazie alla collaborazione della società con le Autorità di Pechino.
I due giornalisti avevano denunciato la società, ritenendola responsabile, al pari dei carcerieri, delle torture subite in prigione.
La società di Sunnyvale, al centro di fortissime polemiche per la sua delazione, avrebbe accettato di fornire sostegno “finanziario, umanitario e legale” alle famiglie dei due giornalisti, dopo essere stata accusata dal Congresso americano di essere un “pigmeo dal punto di vista morale” per l’atteggiamento “deliberatamente ingannevole” tenuto nei confronti della vicenda.
Yahoo! non solo avrebbe collaborato con un governo repressivo, ma avrebbe anche mentito al Congresso lo scorso anno, quando era stata negata ogni forma di adesione alle richieste inquisitorie di Pechino.
Il legale della società, Michael Callahan, aveva infatti riferito di non essere a conoscenza della natura delle indagini condotte dalle Autorità cinesi nei confronti di Shi Tao, mentre un documento emerso successivamente provava che i dirigenti asiatici del colosso americano sapevano che l’inchiesta verteva sulla diffusione di ‘segreti di Stato’, dicitura utilizzata generalmente nei casi che coinvolgono dissidenti politici.
Il documento incriminato diffuso da Shi Tao conteneva in effetti una nota interna trasmessa alla sua redazione dalle autorità per mettere in guardia i giornalisti contro la destabilizzazione sociale e i rischi legati al ritorno di alcuni dissidenti in occasione del 15° anniversario del massacro di piazza Tiananmen.
Il blogger Wang Xiaoning è stato invece arrestato nel 2002 con l’accusa di aver usato internet – attraverso un account Yahoo – per reclamare maggiore democrazia in Cina.
Yahoo! ha debuttato sul mercato cinese nel 1999 e negli ultimi anni ha investito somme ingenti per conquistare una posizione di rilievo sul mercato cinese, secondo per numero di utenti soltanto agli Usa: nel 2003 ha acquistato il motore di ricerca cinese 3721.com per 120 milioni di dollari. Più recentemente ha acquisito per 1 miliardo di dollari, il 40% del capitale di Alibaba, la maggiore azienda cinese di e-commerce e proprietaria del sito di aste online Taobao.com, diretto competitor di eBay.
La scorsa settimana, il Ceo di Yahoo!, Jerry Yang, aveva porto scuse ufficiali alle famiglie dei due dissidenti di fronte alla Commissione Affari Esteri del Congresso.
Ma le scuse non sono evidentemente bastate.