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Incontro a Rio de Janeiro, dove è in corso il secondo Forum dell’Onu sulla governance di internet (12-16 novembre 2007), tra la delegazione italiana guidata dal Sottosegretario alle comunicazioni, Luigi Vimercati, e quella brasiliana guidata dal Ministro della Cultura, Gilberto Gil,
il tutto è avvenuto durante i lavori del workshop sull’Internet bill of rights, la Carta dei diritti della rete.
Si è convenuto sull’importanza della proposta italiana, già illustrata nella sessione plenaria, di giungere rapidamente a una definizione concertata e condivisa della Carta.
“Internet – ha detto il ministro brasiliano – è una realtà transnazionale. Il cyberspazio deve essere riconosciuto come il nostro territorio comune. Ed in questo senso, la Carta dei diritti è l’obiettivo da raggiungere”.
Vimercati ha accolto con soddisfazione l’incoraggiamento del Ministro Gil. “Ritengo importante – ha detto – in vista del prossimo appuntamento dell’Internet governance forum a Nuova Delhi nel dicembre 2008, compiere significativi passi avanti verso la stesura di una bozza della Carta. Sarà fondamentale, in questi mesi, avviare il percorso per l’allargamento del consenso nell’ambito sia dell’Unione Europea, sia dell’Onu“.
Il professor Stefano Rodotà, coordinatore scientifico del Comitato consultivo sulla governance di internet, nel suo intervento di apertura del workshop ha affermato che “il processo che porterà alla creazione dell’Internet bill of rights ha guadagnato oggi un importante sostegno politico, il che accelererà il percorso per la messa a punto di indicazioni più precise in merito ai suoi contenuti”.
A Rio, si sta discutendo anche di protezione dei minori, davanti alla dilagante pedofilia, di applicabilità a internet di diverse convenzioni internazionali sui crimini informatici, protezione dei dati personali, lotta contro la tratta degli essere umani e prevenzione del terrorismo.
Il Forum si occuperà inoltre dell’opposizione al ruolo dominante degli Stati Uniti in internet attraverso l’ICANN (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers), organismo americano incaricato dal governo della gestione di nomi, indirizzi e numeri che riguardano la rete mondiale.
Nel 2005, la Ue aveva suggerito la creazione di un organismo intergovernativo per controllare l’ICANN.
Ma c’era stata una forte opposizione, specie da parte di chi crede che il trasferimento di questa responsabilità ad altri Paesi renderebbe il web vulnerabile alla censura, visti anche i casi di alcuni Paesi come la Cina o la Birmania che sono intervenuti recentemente per limitare l’accesso degli utenti per ragioni esclusivamente politiche.
Nelle scorse settimane, anche la Commissione Ue ha proposto il rafforzamento delle politiche di intervento per combattere le forme online di sostegno al terrorismo, prevedendo delle sanzioni penali per chi usa il web per propagandare questo tipo di azioni.
L’esecutivo europeo è favorevole all’ampliamento delle attuali misure legislative, con pene minime valide per tutti gli Stati membri, con l’obiettivo di combattere l’uso della rete come “campo di addestramento virtuale“.
Il commissario per la giustizia e la sicurezza, Franco Frattini, ha proposto la creazione del reato Ue di “provocazione pubblica a commettere terrorismo“, che dovrebbe essere applicato all’incitamento anche se non ha portato ad alcun attacco.
“Distribuire o mettere a disposizione un messaggio pubblico” diverrà sufficiente a qualificare l’infrazione come crimine.