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Parte oggi a Rio de Janeiro il secondo Forum dell’Onu sulla governance di internet (12-16 novembre 2007), che quest’anno sarà dedicato alla protezione dei minori dalla dilagante pedofilia e alla lotta al cybercrime.
Nella capitale brasiliana sono attesi almeno 2.000 partecipanti da almeno 100 Paesi per discutere d’accesso al web, di cui oggi sono privi almeno 5 miliardi di persone, in modo particole nelle regioni in via di sviluppo.
Uno degli esiti più significativi del Summit Mondiale sulla Società dell’Informazione (World Summit on the Information Society – WSIS), promosso dalle Nazioni Unite a Ginevra nel 2004 e conclusosi a Tunisi nel 2005, è consistito proprio nella promozione dell’Internet Governance Forum, un luogo dove elaborare soluzioni per il governo di un universo così complesso come la rete, ma anche per discutere di new media.
Markus Kummer, coordinatore esecutivo, ha sottolineato quanto la protezione dell’infanzia sia “un tema di preoccupazione generale“.
“…Si potrebbe fare molto in questo campo – ha aggiunto – sei si decidesse di lavorare in cooperazione”.
Questo argomento è stato sollevato, in occasione della riunione preparatoria di Rio, dal Consiglio d’Europa che sta portando avanti una dura battaglia contro la pornografia online.
Recenti testimonianze portate in Congresso Usa hanno dato modo di misurare l’ampiezza del fenomeno.
Secondo un agente speciale del Dipartimento americano di Giustizia, internet ha permesso ai pedofili di costituire una rete fatta di milioni di persone nel mondo.
Solo nel giugno scorso, la polizia britannica ha smantellato una rete online nel corso di un’operazione che ha permesso di salvare 31 bambini e rintracciare nel mondo almeno 700 sospettati di perpetrare questo reato.
Oltre alla protezione dei minori, l’appuntamento di Rio dovrebbe affrontare in maniera più generale la questione dell’applicabilità a internet di diverse convenzioni internazionali sui crimini informatici, la protezione dei dati personali, la lotta contro la tratta degli essere umani e la prevenzione del terrorismo.
Nelle scorse settimane, anche la Commissione Ue ha proposto il rafforzamento delle politiche di intervento per combattere le forme online di sostegno al terrorismo, prevedendo delle sanzioni penali per chi usa il web per propagandare questo tipo di azioni.
L’esecutivo europeo è favorevole all’ampliamento delle attuali misure legislative, con pene minime valide per tutti gli Stati membri, con l’obiettivo di combattere l’uso della rete come “campo di addestramento virtuale“.
Il commissario per la giustizia e la sicurezza, Franco Frattini, ha proposto la creazione del reato Ue di “provocazione pubblica a commettere terrorismo“, che dovrebbe essere applicato all’incitamento anche se non ha portato ad alcun attacco.
“Distribuire o mettere a disposizione un messaggio pubblico” diverrà sufficiente a qualificare l’infrazione come crimine.
Il Forum si occuperà inoltre dell’opposizione al ruolo dominante degli Stati Uniti in internet attraverso l’ICANN (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers), organismo americano incaricato dal governo della gestione di nomi, indirizzi e numeri che riguardano la rete mondiale.
Nel 2005, la Ue aveva suggerito la creazione di un organismo intergovernativo per controllare l’ICANN.
Ma c’era stata una forte opposizione, specie da parte di chi crede che il trasferimento di questa responsabilità ad altri Paesi renderebbe il web vulnerabile alla censura, visti anche i casi di alcuni Paesi come la Cina o la Birmania che sono intervenuti recentemente per limitare l’accesso degli utenti per ragioni esclusivamente politiche.