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I siti corporate migliori d’Europa sono quelli italiani. Telecom Italia in cima alla classifica annuale Hallvarsson & Halvarsson

Europa


La società sarà anche incagliata in un’impasse manageriale senza precedenti, ma il sito Internet di telecom Italia è risultato al primo posto in Europa nella settima edizione della classifica annuale redatta dalla società svedese  Hallvarsson & Halvarsson.

 

A fare compagnia a Telecom Italia, al terzo e sesto posto della classifica, i website di Unicredit ed Eni, in quello che H&H definisce un “incredibile rovesciamento della situazione”.

 

Come la maggior parte dei Paesi dell’Europa meridionale infatti, l’Italia non vanta una storia molto gloriosa nel rapporto tra aziende e comunicazione web. Nel 2005 l’Italia era addirittura penultima in classifica, prima della Grecia, e solo 9 aziende su 80 aziende erano riuscite a totalizzare un punteggio superiore a 50 punti. Quest’anno ce n’erano 30.

Di contro, la Svezia – da sempre considerata all’avanguardia nell’utilizzo di internet da parte delle aziende e negli anni scorsi sempre in testa alla classifica – è precipitata in graduatoria, tanto che quest’anno nessuna azienda svedese figura nella top ten.

 

La classifica di H&H si basa sul parere di analisti finanziari, investitori e giornalisti, chiamati a giudicare i siti corporate delle aziende europee.

Tra le caratteristiche prese in considerazione per la valutazione dei siti, l’uso dei nuovi strumenti di comunicazione – come feed RSS, podcast e alert via Sms – la disponibilità dell’ultimo rapporto annuale in PDF o HTML.

Secondo H&H, gli scandali finanziari, come il crac da 10 miliardi di euro della Parmalat, hanno dato impulso allo sviluppo di siti corporate più accurati, che danno sempre maggiore importanza anche all’utilizzo della lingua inglese per le informazioni aziendali e finanziarie.

 

Il recente cambio di management di Telecom Italia – a Olimpia (controllata tra gli altri da Pirelli e Benetton) è subentrata una newco di cui l’operatore spagnolo Telefonica controlla la quota principale – spiega anche meglio questo cambiamento nella comunicazione internet, ha spiegato Alessandro Motta, coordinatore delle attività web della società italiana.

“Vogliamo rendere il nostro sito più trasparente possibile”, ha aggiunto Motta, sottolineando che nella tempesta che ha accompagnato la storia recente di Telecom “il ruolo del web è stato ed è vitale per il suo contributo a un’informazione tempestiva, efficiente ed interattiva”.

 

Per Joakim Lundquist, numero uno di Hallvarsson & Halvarsson in Italia, “gli eccellenti risultati raggiunti quest’anno dall’Italia riflettono la creazione di una cultura in cui la comunicazione è chiaramente diventata una priorità per il management”.

Negli ultimi due anni, ha aggiunto, “il numero di compagnie che presentano informazioni esaurienti – come CV e foto del management è passato dal 26% al 50%”.

 

Nonostante i progressi compiuti da molte aziende italiane, il risultati complessivi del Paese sono deludenti, ha sottolineato H&H.

Mentre molte aziende stanno adottando le best practice europee, un terzo delle aziende italiane prese in esame non garantisce uno standard minimo di informazioni finanziarie ai mercati globali.

Otto delle 20 peggiori compagnie europee sono italiane, con molti siti che ancora non pubblicano simultaneamente una versione in lingua inglese dei risultati finanziari. “Un ritardo inaccettabile in base agli standard internazionali”, ha dichiarato Lundquist.

 

Tra i siti corporate italiani che hanno guadagnato più posizioni in classifica, proprio quello di Parmalat. La società, secondo Lundquist “Ha ricostruito tutto da zero. Tutti i manager sono nuovi. Parmalat ha capito che il sito è un importante blocco di partenza per riguadagnare credibilità”.

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