Quiz fasulli e bollette gonfiate: Aduc denuncia all’Antitrust una trasmissione di Italia 1

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Dopo averlo pubblicamente segnalato, l’Aduc ha denunciato all’Antitrust la pubblicità ingannevole di una trasmissione a quiz in onda su Italia 1 in fascia notturna.

Il programma pubblicitario, a cura di RTI (Mediaset), in associazione con la “World premium rates srl”, è una televendita. I conduttori formulano domande e sollecitano in modo vigoroso i telespettatori a telefonare per vincere un montepremi variabile da 500 a mille euro.

Tutto semplice, in apparenza, ma ovviamente non è così. Intanto la telefonata al numero 163 3001 costa minimo 1,20 euro e questo “dettaglio” compare solo su una scritta scorrevole. Il vero inghippo, però, si capisce leggendo le regole dal sito. La sintesi del regolamento è: la telefonata non serve per rispondere e vincere il montepremi durante la diretta televisiva, ma solo ad essere ammessi in un fantomatico ‘camerino virtuale’ per partecipare ad un’assurda selezione che potrebbe portare ad una vincita settimanale. È questo l’oggetto principale del ‘contratto’.

Ecco l’estratto che evidenzia in modo lapalissiano l’ingannevolezza di tutta la televendita: “Nel corso del programma sarà data la possibilità agli utenti, risultati i migliori, cioè coloro che sono rimasti nel camerino virtuale da più tempo, di partecipare al programma in diretta telefonica e vincere un premio in caso di risposta corretta. Il numero delle chiamate che passeranno in diretta televisiva varieranno di puntata in puntata a discrezione della società promotrice”.

Riepilogando. Al telespettatore si lascia intuire una vincita immediata determinata dall’abilità. In effetti l’oggetto del contratto è del tutto differente e soggetto a regole non esplicitate durante la trasmissione, neppure per sommi capi. È vero che al telespettatore viene data la possibilità di partecipare al quiz in diretta (che è ciò che dicono i conduttori), ma questa partecipazione è sottoposta ad una serie di condizioni e soprattutto all’arbitrio/discrezione della società promotrice, che (regolamento alla mano) potrebbe non far passare alcuna telefonata in diretta.

L’Antitrust è già intervenuta su casi analoghi, sospendendo la messa in onda di simili programmi da molte tv locali.

“Stupisce che a riproporli, su un canale nazionale come Italia 1, sia un gruppo come Mediaset, che sicuramente non ha la fame di soldi tipica delle piccole emittenti, stupisce che Mediaset scelga abilmente anche il prefisso del numero da chiamare: i numeri 163, a differenza degli altri numeri speciali come gli 899, ancora non sono conosciuti dagli utenti come potenzialmente pericolosi”, sottolinea Aduc.

“Il regolamento del concorso è stato depositato, come impone la legge, presso il ministero dello Sviluppo Economico – continua l’associazione dei consumatori – A seguito di una nostra denuncia, nel settembre scorso, il ministero di Bersani si attivò per verificare la legittimità dei finti quiz sulle tv locali, chiedendo la collaborazione di Guardia di finanza, Antitrust, Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, Polizia postale e Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato”.

La messa in onda del quiz su Italia 1 è iniziata ad ottobre.

“Dobbiamo supporre che l’attivismo del ministero si sia già esaurito? O che i vari organismi a cui Bersani ha chiesto aiuto abbiamo inteso alla lettera il richiamo: i controlli vanno fatti solo sui finti quiz trasmessi dalle tv locali, mentre le corazzate nazionali sono padrone di ingannare allegramente gli italiani?”, si chiede quindi l’Aduc.

La scorsa settimana, intanto, l’antitrust ha ufficializzato la sospensione del “Quiz … one”, il giochino che imperversava su molti circuiti di tv private (Canale Italia, Tele Capri, La 9 e una miriade di altre), ritenendo pertinenti le osservazioni contenute nella segnalazione Aduc.

“Considerato il modo artificioso con cui vengono formulate le domande al pubblico … che lascia supporre che il telequiz non sia altro che un modo surrettizio per incrementare il volume del traffico telefonico della società polacca P.B.U. Natmar SP z.o.o., nonché delle società italiane intestatarie dei numeri 899 27 27 26 e 899 90 20 60, rispettivamente la Credits Secuity consultants srl e Consulform srl”, scrive l’Agcm.

Considerato che, già a un prima deliberazione, i messaggi configurano una fattispecie di pubblicità ingannevole, l’Antitrust ne ha quindi deliberato la sospensione provvisoria.

A questa misura seguirà una decisione definitiva dell’Antitrust in merito all’ingannevolezza e all’ammontare dell’eventuale sanzione. (a.t.)

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