WiMax e spettro radio: Wi-Next propone la parziale liberalizzazione dei 900 mhz

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Wi-Next, società specializzata nello sviluppo di tecnologie di networking Wi-Fi mesh, prende parte alla consultazione pubblica avviata lo scorso agosto dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) in merito alla riassegnazione (refarming) delle frequenze 900, 1800 e 2100 mhz, presentando un proprio documento volto a offrire un diverso punto di vista in materia, in particolare, in riferimento ai 900 mhz.

 

Il concetto di base che funge da premessa alle linee guida proposte da Wi-Next è che il riordino governativo dello spettro radio non possa oggi fare a meno di tener conto del largo divario digitale presente nel Paese e che il cosiddetto refarming debba prendere le mosse da considerazioni di tipo sociale prima ancora che economiche.

Oggigiorno, infatti, l’uso consapevole delle tecnologie di networking (siano esse con o senza filo) deve essere inteso come parte integrante della politica di governo locale e centrale e quindi concepito, pianificato e gestito con gli stessi criteri che governano i servizi di pubblica utilità.

 

“L’utilizzo di frequenze basse, in particolare dei 900 mhz, per la creazione di reti di comunicazione wireless a banda larga rappresenta la soluzione ideale, anche rispetto al Wi-Max,  per vincere definitivamente la lotta al digital divide”, ha affermato Nicola De Carne, amministratore delegato Wi-Next.

“Con questa proposta – ha aggiunto – abbiamo voluto porre all’Agcom un nuova visione sul possibile utilizzo della frequenza 900 mhz che presupporrebbe più che la sua liberalizzazione, la condivisione della stessa e delle infrastrutture di trasmissione  a favore delle comunità rurali che solitamente ospitano i siti dei ripetitori ma non possono usufruirne per la soluzione del proprio divario digitale”.

 

La consultazione Agcom, i cui termini per la presentazione di proposte si sono chiusi lo scorso mese di ottobre, era indirizzata a favorire da parte dell’organo ministeriale, l’acquisizione di commenti e informazioni sulla possibilità che le bande di frequenza a 900 e 1800 mhz (bande attualmente utilizzate per il GSM) siano utilizzate per lo sviluppo dei sistemi mobili di terza generazione o altre eventuali tecnologie equivalenti e verificare l’interesse del mercato per l’eventuale riutilizzo dei blocchi di frequenza a 2100 mhz già assegnati per l’UMTS e recentemente ritirate dall’Amministrazione. Tale consultazione è preordinata alla definizione di un quadro regolamentare.

 

L’iniziativa dell’organo ministeriale italiano Agcom (che ha il duplice compito di assicurare la corretta competizione degli operatori sul mercato e di tutelare i consumi di libertà fondamentali dei cittadini) è in linea con parallele iniziative prese in altri Paesi (europei e extracomunitari) e  precisi orientamenti posti in sede comunitaria.

 

L’interesse crescente che ovunque è sollevato dal refarming delle frequenze, in particolare quelle a 900 mhz, nasce innanzitutto da considerazioni di tipo tecnico: tale frequenza garantisce una migliore propagazione del segnale radioelettrico, una migliore penetrazione all’interno di edifici e quindi una maggiore estensione della copertura del territorio, rispetto a quella ottenibile nelle bande a 1800 mhz e 2100 mhz, con minori investimenti.

 

La proposta di Wi-Next esce in parte dai binari dello schema di consultazione proposto dall’Agcom, formalmente rivolto a verificare la fattibilità di alcune precise ipotesi di riassegnazione delle frequenze agli operatori telefonici esistenti, e suggerisce tre distinti piani di intervento a livello normativo, tecnologico e sociodemografico, la cui attuazione chiama in causa organi di governo nazionali e locali, responsabili oggi più che mai delle strategie e dello sviluppo delle telecomunicazioni.

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