Italia
La Commissione di vigilanza Rai ha approvato all’unanimità dei presenti la mozione, presentata dalla Rosa nel pugno, che chiede le dimissioni del presidente Claudio Petruccioli. A favore della mozione hanno votato venti rappresentanti della Commissione e cioè gli esponenti della Cdl, dell’Udeur, dell’Italia dei valori, oltre che della Rnp e del senatore Willer Bordon (Ud), che ha ritirato la sua proposta.
Convergenza di voti trasversale, quindi, sul testo riformulato dall’on. Marco Beltrandi (Rnp), che chiede la modifica dei criteri di governance, con un iter rapido per il Ddl di riforma o un decreto legge ad hoc, e insieme le dimissioni del presidente.
Non hanno partecipato al voto, lasciando l’aula della Commissione gli altri esponenti dell’Unione.
In quel momento, ha spiegato il presidente Mario Landolfi, “…erano presenti 21 membri in quanto Lusetti, che ha chiesto la verifica del numero legale, secondo il regolamento della Camera viene conteggiato”. Al contrario, Lusetti osserva come abbia lasciato l’Aula prima del voto, e dunque “…la risoluzione è stata approvata senza il numero legale”.
Per Landolfi però dal voto emerge “un significato politico evidente”, in Vigilanza “…c’è una maggioranza che va al di là dei confini tradizionali e che ha visto insieme più parti che hanno chiesto le dimissioni di Petruccioli. Questo è il dato politico vero, poi che siano stati 20 o 25 è un aspetto specioso, un cavillo che nulla ha a che vedere con la sostanza politica della decisione”.
La mozione dell’opposizione, firmata dai capigruppo Rodolfo De Laurentiis (Udc), Giorgio Lainati (FI), Alessio Butti (An) e
De Laurentiis ha più volte invitato a “…ristabilire le regole, violate con la revoca di Angelo Maria Petroni, con un presidente di opposizione”, aprendo a un’approvazione anche in tempi rapidi della riforma Gentiloni.
Petruccioli non ha mai condiviso l’idea delle dimissioni e ha dichiarato: “…non è possibile una sostituzione del presidente senza coinvolgere l’intero Cda”.