Europa
Deutsche Telekom sarebbe pronta ad acquistare 3 Italia.
Lo rivela il settimanale tedesco WirtschaftsWoche al quale Hamid Akhavan, Ceo di T-Mobile ha riferito che la compagnia è interessata agli asset europei del conglomerato asiatico – valutati in toto circa 15 miliardi di euro – ma che nessuna concreta trattativa è stata ancora avviata.
La divisione mobile di Deutsche Telekom non possiede attualmente asset in Italia, perciò l’operazione non dovrebbe incontrare ostacoli regolatori, come accadrebbe invece se T-Mobile decidesse di acquisire altre divisioni europee di H3G, in particolare quella austriaca o quella britannica.
Il gruppo 3 conta circa 15,9 milioni di utenti sparsi tra Australia, Austria, Danimarca, Hong Kong, Irlanda, Israele, Italia, Regno Unito e Svezia.
Circa la metà di questi clienti, 7,7 milioni, si trovano in Italia, inclusi anche gli oltre 700 mila clienti del servizio di Mobile Tv. In media, i clienti 3 spendono ogni mese 45 euro, con i dati a rappresentare il 30% del totale.
Una cifra pari a circa il doppio dell’Arpu generato dai clienti di T-Mobile.
Certo è che, abbandonato il progetto di quotare in Borsa 3 Italia, Li Ka Shing è ora alla ricerca di una via di disimpegno, per tentare di recuperare qualcosa dei 25 miliardi di dollari spesi dal 2000 a oggi per la divisione italiana.
Le speculazioni sul futuro degli asset mobili europei del gruppo asiatico sono iniziate già da un po’, avvalorate poi dai continui rinvii della quotazione in Borsa, che avrebbe dovuto aprire la strada anche all’IPO della consorella britannica, della cui cessione si era parlato sul finire dello scorso anno, con Vodafone in prima fila per accaparrarsi l’asset.
Già da allora, gli analisti di Merril Lynch, davano per molto vicina l’uscita del conglomerato di Li Ka-Shing dai mercati europei.
Molti osservatori avevano anche avanzato l’ipotesi di una probabile unione tra 3 Italia e un altro operatore italiano. Fino a pochi mesi fa si dava come molto attendibile l’ipotesi di joint venture tra 3 Italia e Wind, il gruppo guidato dal magnate egiziano Naguib Sawiris, che attraverso la controllata Orascom domina le telecomunicazioni di gran parte del Mediterraneo, Medio Oriente e Africa fino al Pakistan.
L’ipotesi è stata avvalorata anche dall’accordo stretto tra le due società per unire le infrastrutture di rete (le torri radio) in una apposita newco – denominata Eiffel Tower Company – appena messa in vendita con un patrimonio di circa 18 mila torri.
Gli advisor dell’operazione, Morgan Stanley e Intesa-San Paolo, hanno reso noto la scorsa settimana di aver inviato memorandum informativi ai soggetti – per lo più operatori industriali o fondi infrastrutturali – potenzialmente interessati all’acquisizione del 50,1% di Eiffel.
L’operazione è considerata la maggiore di questo tipo mai effettuata e vede in prima fila l’italiana Digital Multimedia Technologies (DMT) di Alessandro Falciai – attiva nel settore delle infrastrutture per comunicazioni e nell’offerta di prodotti e servizi che gestisce 825 torri e punta a salire a 1600 entro il 2010 – i fondi di private equity Carlyle e TPG (USA), Macquarie e Babcock & Brown (Australia), Clessidra e F2i (Italia), la spagnola Abertis (Autostrade) e Atlantia (gruppo Benetton).