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Diritto di recesso: anche Adiconsum contro H3G. Ancora in atto pratiche in contrasto col decreto Bersani

Italia


L’associazione d consumatori Adiconsum si è costituita in giudizio per chiedere la restituzione delle penali pagate ingiustamente dai consumatori ad H3G, nota col marchio commerciale 3 Italia.

 

In quest’ultimo periodo – indica l’associazione – sono cresciute in modo esponenziale le segnalazioni dei consumatori in merito alle penali richieste per recedere dai contratti stipulati dall’azienda.

Tale comportamento è in netto contrasto da quanto disposto dal decreto Bersani sulle liberalizzazioni che prevede la rescissione dei contratti senza nessun addebito per gli utenti.

 

Adiconsum si accoda così al procedimento attivato dal Movimento Consumatori che contesta in sostanza la “vessatorietà e la limitazione al diritto di recesso dell’utente” praticate da H3G.

La società ha infatti modificato al rialzo, dal 1° settembre, le tariffe destinate alle carte ricaricabili, una pratica consentita dalla legge, che prevede il semplice preavviso di 30 giorni per le modifiche contrattuali concedendo al cliente il solo diritto al recesso.

 

La società tuttavia garantisce il diritto di recesso solo dopo il pagamento dei costi sostenuti dagli operatori  per attività commerciali e attività di gestione dei servizi, con cifre che vanno dai 40 ai 217 euro.

 

Secondo l’Adiconsum, quindi, i costi applicati in caso di recesso non corrisponderebbero ai reali costi sostenuti dall’operatore, ma a “delle vere e proprie penali indicate con il nome di costi”.

 

Le associazioni dei consumatori chiedono quindi, “in via d’urgenza, al Tribunale di Milano, l’inibizione dei comportamenti illegittimi adottati da 3 e la restituzione ai consumatori delle penali già incassate”.

 

E dire che proprio ieri si è festeggiata la Giornata Nazionale delle liberalizzazioni, iniziativa che ha riscosso il plauso proprio del ministro dello Sviluppo Economico Pierluigi Bersani.

 

“L’interesse e l’apprezzamento suscitato dalle leggi 248/2006 e 40/2007 – ha scritto il ministro – mi induce a ritenere che lo sforzo esercitato abbia consentito di conseguire risultati positivi per i consumatori”.

 

L’iniziativa di MC e delle altre associazioni che partecipano al progetto “Più Concorrenza + Diritti” è definita da Bersani “sicuramente utile per informare i cittadini sui provvedimenti legislativi adottati in materia e sui risultati conseguiti dalla loro applicazione”.

 

L’auspicio del ministro è quello di proseguire su questa strada, con l’apporto collaborativo delle associazioni dei consumatori, più vicini alla vita e alle necessità della gente.

 

E dire, però, che già ad aprile Adiconsum aveva chiesto all’Agcom “un deciso intervento circa la discutibilissima interpretazione e conseguente applicazione  dell’art. 1, comma 3 della legge 2 aprile 2007, n. 40 di conversione del Decreto Bersani, da parte degli operatori di telefonia, di reti televisive e comunicazioni elettroniche” denunciando che non solo gli operatori continuano a non applicare la cancellazione delle penalità in caso di recesso anticipato dai contratti di telefonia fissa, mobile, internet, tv, ma in alcuni casi aumentano le penalità, mascherandole sotto la nuova voce ‘costi’.

 

L’associazione, in una lettera inviata tra gli altri anche all’Agcm e ai ministri Bersani e Gentiloni, chiedeva di emanare tempestivamente una circolare interpretativa, ma l’appello, ovviamente, è rimasto inascoltato.

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