Etere in ordine: il Ministero delle Comunicazioni conferma, ‘Prossimo il bando di gara per l’assegnazione delle frequenze Tv’

di Raffaella Natale |

Italia


Mercato TV

Imminente ormai la gara per l’assegnazione delle frequenze a disposizione del Ministero delle Comunicazioni alle Tv nazionali minori con copertura insufficiente.

La conferma arriva direttamente dal dicastero del Ministro Paolo Gentiloni.

 

La procedura consentirà di fare ordine nella giungla delle frequenze e stabilire nuove norme, visto che fino a oggi lo spettro veniva occupato senza precise regole e sottoposto successivamente a sanatoria da parte dello Stato.

Alcune volte le frequenze sono state acquistate con atti privati, secondo quanto fissato a riguardo dalla legge 66 del 2001.

 

All’asta andranno frequenze che sono risultate disponibili dopo la certificazione internazionale avvenuta a Ginevra all’inizio dell’anno, e da altre risorse che sono il risultato del database unico delle frequenze televisive nazionali in Italia, realizzato insieme all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.

Il database è nato dalle comuni esigenze del Ministero, che deve aggiornare e rendere fruibile il Registro Nazionale delle Frequenze (RNF) in quanto competente in materia di assegnazione dei diritti d’uso; dall’altro dell’Agcom tra le cui competenze istituzionali vi è anche la tenuta del Registro nazionale degli Operatori di comunicazione (ROC).

 

Il database è uno strumento informativo unico per dati e procedure che contiene tutte le informazioni riguardo l’utilizzo dello spettro radioelettrico aggiornato in tempo reale (dati di impianto e ricezione). Ha conferito maggiore trasparenza al sistema Tv in Italia e consentito di disporre di uno strumento aggiornato sulla situazione di utilizzo delle frequenze, per la  verifica dell’efficiente utilizzazione dello spettro radioelettrico e il miglior uso delle risorse disponibili, oggi particolarmente limitate rispetto alla domanda.

 

L’ultimo archivio degli impianti frequenze Tv esistente presso il Ministero delle Comunicazioni era basato su un censimento del 1990, evidentemente non più adeguato alla reale situazione dell’emittenza, con imprecisioni e incompletezze determinate dalle comunicazioni non sempre congruenti fatte a suo tempo dalle stesse emittenti, dalla discontinuità nell’aggiornamento dei dati nelle fasi successive alle autorizzazioni, dalle modifiche intervenute negli impianti, dalla cessione da un operatore all’altro degli stessi.

 

In tal senso l’aggiornamento attraverso il database si è reso necessario nel processo di transizione in corso al digitale, nel quale l’Agcom provvede all’adozione di un piano delle frequenze (una sorta di piano regolatore) aggiornato con i dati del database e compatibile con i risultati della Conferenza di Ginevra, mentre il Ministero delle Comunicazioni cura la successiva assegnazione delle frequenze.

 

Dai dati raccolti, in Italia sono in attività circa 24.000 impianti-frequenza.

 

La gara sarà aperta alle reti minori e in rispondenza a quanto richiesto dalla Commissione europea che impone agli stati membri l’assegnazione delle frequenze nel rispetto di criteri obiettivi, trasparenti, proporzionali e non discriminatori.

Il primo passo verso un processo che riguarderà il passaggio al digitale terrestre, la nuova tecnologia di trasmissione radioTv.

 

L’Autorità ha avviato altresì la revisione del piano di assegnazione delle frequenze approvato nel 2002 per adattarlo al rispetto dei vincoli derivanti dagli accordi di Ginevra e per utilizzare al meglio le risorse disponibili con la tecnica della realizzazione delle reti a singola frequenza.

Per l’accesso al 40% della capacità trasmissiva dei multiplex digitali terrestri dei maggiori operatori sono già state dettate le regole e si sta elaborando il disciplinare di gara.

 

L’Autorità ha chiesto un impegno concreto all’attuazione del piano da parte di tutti gli operatori, delle istituzioni e degli enti locali affinché la pianificazione non rimanga ancora una volta un esercizio astratto.

Il 2 agosto ha esaminato uno schema di revisione del piano digitale che, mediante la realizzazione di reti isofrequenziali, consente un migliore utilizzo dello spettro radioelettrico e pone rimedio all’attuale situazione di concentrazione, ridondanza e spreco di capacità trasmissive. 

   

    

SCHEDA TECNICA SUL DATABASE FREQUENZE TV

  • Le frequenze che sono utilizzate per il servizio di radiodiffusione televisiva sono comprese nella banda centrata sui 50 MHz (detta banda I VHF) quella centrata sui 200 MHz (detta banda III VHF, condivisa con la radiodiffusione digitale) e quelle centrate sui 500 e 700 MHz (dette banda IV e V UHF).
      

  • Attualmente le frequenze vengono usate per la radiodiffusione televisiva, sia in tecnica analogica che in tecnica digitale. 
     

  • Sono presenti sia operatori del servizio pubblico che del servizio privato; questi ultimi gestiscono reti sia a livello nazionale che a livello locale (in genere regionale o provinciale).
     

  • Ciascun impianto irradia i segnali su un’area che può andare da uno o più piccoli comuni alle grandi aree metropolitane, in dipendenza della posizione, della potenza e dell’orografia del territorio.
     

  • Più impianti che trasmettono lo stesso programma costituiscono le reti che possono realizzare coperture che vanno dalla provincia, alla regione all’intero territorio nazionale.
     

  • Nei decenni passati sono intervenute una serie di modifiche agli impianti dovute a interventi per assicurare la compatibilità (eliminazione di situazioni interferenziali), a interventi di modifiche imposti dai tribunali civili a seguito di contenzioso tra emittenti, a cessioni di rami di aziende o di singoli impianti o di intere emittenti. Prima della realizzazione del Database, per il Ministero delle Comunicazioni questa mole di dati era disponibile unicamente su supporto cartaceo.
     

  • Di recente si sono moltiplicate le cessioni di frequenze a seguito della norma che consente la compravendita delle stesse a patto che chi acquista trasformi l’impianto in digitale.
     

  • Molte emittenti hanno trasformato parte dei loro impianti dalla tecnologia analogica a quella digitale.
      

  • Le informazioni sui cambi avvenuti sono in possesso, in larga parte, degli Ispettorati Territoriali cui spetta il compito di autorizzare le modifiche agli impianti. Un’importante attività svolta nella costituzione del Database è stata quella di recuperare tali informazioni da tutti i vari ispettorati e centralizzarle nel nuovo archivio informatico centralizzato del Ministero delle Comunicazioni.
     

  • Le verifiche tecniche sul territorio vengono effettuate dalle dipendenze regionali del Ministero (gli Ispettorati Territoriali in numero di 16) che utilizzano laboratori di misura mobili attrezzati con strumentazione in grado di verificare le coperture e le eventuali situazioni interferenziali.
     

  • Tali verifiche vengono svolte anche mediante strumenti informatici che, sulla base delle caratteristiche tecniche degli impianti e delle caratteristiche orografiche del territorio, sono in grado di rappresentare con “mappe di servizio” l’estensione delle aree di servizio.
     

  • In Italia, come in tutti gli altri paesi Europei, sono state date concessioni sulla base di un Piano Nazionale di assegnazione delle frequenze analogiche (1998). In Italia tale piano, elaborato dall’Autorità con la collaborazione del Ministero delle Comunicazioni, non è stato però attuato.
     

  • Nel 2003 è stato predisposto dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni anche un piano nazionale di assegnazione delle frequenze digitali. Anche questo non attuato.
     

  • Esiste infine un piano internazionale di assegnazione delle frequenze digitali radio-TV approvato a Ginevra a giugno del 2006, al quale anche l’Italia dovrà uniformarsi.

   

La coerenza delle reti con Piani di Assegnazione ordinati ed il fatto che gli impianti in esercizio siano tutti registrati sul “Registro Mastro” delle Frequenze (gestito dall’ITU) rende, per gli altri Paesi, più agevole e assolutamente naturale, tenere un archivio aggiornato delle frequenze e degli impianti televisivi. Al contrario, la mancata attuazione del Piano Analogico (1998) e del Piano Digitale (2003) e le successive sanatorie dell’esistente sulla base del “generale assentimento” hanno reso molto difficile, nel nostro Paese, la ricostruzione dell’effettiva configurazione delle reti televisive. Oltre a rendere impossibile, elemento molto grave, per il Ministero, la registrazione degli impianti italiani nel “Registro Mastro ITU” di Ginevra.

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