Italia
“Grazie al WiMax avremo più banda larga”. Con queste parole il Ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni , ha presentato oggi l’attesissima procedura di assegnazione dei diritti d’uso delle frequenze WiMax nella banda 3.4-3.6 GHz (banda 3.5 GHz).
Si tratta, ha aggiunto il Ministro, “…di una tappa fondamentale per garantire il diritto all’accesso alla rete come servizio universale. Questo Governo conferma così gli impegni a ridurre il divario digitale ancora presente in molte regioni italiane, ad incrementare la competizione nelle TLC ed a favorire l’innovazione tecnologica del nostro Paese”.
Come è noto, il ritardo italiano è dovuto alle problematiche relative all’uso delle frequenze destinabili al WiMax ed in uso da sempre al Ministero della Difesa. Come si è arrivati allo sblocco della situazione?
“…Il traguardo odierno conclude un processo complesso e lungo. Vorrei qui ringraziare il Ministero della Difesa ed il ministro Parisi in particolare, che ha consentito l’operazione, unitamente all’AgCom che ha delineato il quadro di regole su cui è stato costruito il bando”.
Una situazione che persisteva da anni…
“… Al momento dell’insediamento del nostro governo, vi era già un pregresso fatti di almeno un paio d’anni di confronti tra Ministero delle Comunicazioni e Ministero della Difesa. Nel settembre 2006 abbiamo finalmente raccolto una risposta positiva da parte della Difesa, il che ci ha consentito di istituire il gruppo di lavoro congiunto che ha poi portato al Protocollo d’Intesa del marzo 2007. Sulla base di quel protocollo, l’AgCom ha quindi emanato,con la delibera 209/07 le regole relative allo sviluppo del WiMax che sono state pubblicate lo scorso 13 giugno. A settembre scorso poi, nel quadro dell’assestamento di bilancio dello Stato e di disposizioni della Finanziaria si è chiarito il quadro delle risorse destinate al generale ammodernamento dei sistemi radar (cui era condizionata la disponibilità delle gamme di frequenza utilizzabili dal WiMax). Così due giorni fa è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale il trasferimento della titolarità di quelle frequenze (comprese tra 3.4 e 3.6, ndr) dalla Difesa al ministero delle Comunicazioni.
Cosa porterà allo Stato l’asta?
“…Dal punto di vista economico, sommando le 35 licenze, la base d’asta sarà nell’ordine di circa 45 milioni di euro. Una base quindi comparabile con le cifre registrate in Germania e Francia lo scorso anno. Ma è utile precisare che il ricavo economico per le casse pubbliche non è stato l’unico metro di misura dell’annuncio odierno. Abbiamo sempre avuto presente l’esigenza di assicurare un adeguato livello di competizione che tutelasse l’obiettivo di contrasto del digital divide”.
I tempi?
“…45 giorni per presentare le domande a partire dalla pubblicazione sulla G.U.C.E., che avverrà a inizio della prossima settimana, poi 30 giorni per le offerte economiche di base su cui si aprirà l’asta“.
Insomma una bella soddisfazione dopo le critiche sui ritardi del bando…
“…Esprimo innanzitutto soddisfazione per l’annuncio odierno, perché è parte di un importante obiettivo di legislatura. Abbiamo sempre guardato alla banda larga come servizio universale ed in questa direzione abbiamo avviato e in parte realizzati numerosi interventi. Vorrei ricordare le molte misure della Finanziaria orientate proprio al fronteggiamento del digital divide in tutte quelle aree dove si è registrato un “fallimento del mercato”. Vi sono tre capi saldi imprescindibili su cui abbiamo lavorato e stiamo lavorando: il potenziamento dell’infrastruttura fissa con riferimento alla fibbra ottica, lo sviluppo delle reti mobili e l’accesso Wimax. Piùà in generale, come governo, consideriamo l’accesso alla rete e a internet un requisito imprescindibile per contribuire ad assicurare crescita economica al Paese”.
La tecnologia WiMax (acronimo di Worldwide Interoperability for Microwave Access), sfruttando la propagazione via radio, permetterà estendere la portata della banda larga anche a quelle aree geografiche più difficilmente raggiungibili o poco remunerative per gli operatori, contribuendo in modo decisivo alla riduzione del digital divide. Le caratteristiche tecniche della tecnologia parlano infatti di una portata di alcune decine di chilometri, ben superiore alle poche centinaia di metri del cosiddetto Wi-Fi e di una larghezza di banda che può spingersi, in condizioni ideali, fino a 74 Mbps.
Secondo le ultime stime della Commissione europea, l’Italia è al quarto posto in Europa per diffusione della banda larga, con 9.400.000 mila connessioni attive al primo luglio 2007. La penetrazione delle linee broadband nel nostro Paese è cresciuta del 22,3% rispetto a luglio 2006, con una penetrazione del 15,9% rispetto a una media Ue del 18,2%.
Sempre secondo le stime della Commissione, è aumentata nel nostro Paese la quota di mercato degli operatori alternativi, giunta al 35,2%, mentre il peso di Telecom Italia è sceso del 3,1%. L’Italia ha fatto inoltre registrare uno dei migliori risultati in termini di linee in ‘unbundling’ dell’ultimo miglio (ULL), giunte a quota 2.819.578.
A livello Ue la crescita è stata pari al 31,3%, a oltre 90 milioni di connessioni (21 milioni in più rispetto al luglio 2006) con 53.963 nuove linee al giorno.
L’arrivo in Italia del WiMax, seppure in forte ritardo rispetto al resto dell’Europa potrebbe segnare una netta accelerazione nella penetrazione delle tecnologie a banda larga, dal momento che – secondo le previsioni – nel 2010 l’ULL sarà disponibile solo sul 58% della popolazione e, quindi, l’unica offerta wholesale, presente per il 42% della popolazione al netto del Digital Divide, sarà quella di Telecom Italia.
Il WiMax, infatti, offrendo l’opportunità di un accesso veloce a internet, ai suoi contenuti e ai suoi servizi, con una soluzione tecnologica competitiva e vantaggiosa in termini di costo rispetto alle tradizionali soluzioni cablate come l’ADSL, promuoverà un assetto maggiormente competitivo del mercato italiano delle telecomunicazioni su rete fissa, imprimendo una decisa accelerazione al superamento del problema dell’accesso alla rete locale (il”local loop” o “ultimo miglio” della rete telefonica che dalla centrale del gestore raggiunge la sede del cliente finale).
L’assegnazione delle licenze rispetterà il principio della neutralità tecnologica – non sono dunque previste limitazioni ai servizi che potranno essere offerti – mentre i diritti d’uso del WiMax avranno una durata di 15 anni rinnovabili.
Per ciascuna delle 7 macroaree geografiche identificate verranno attribuiti 2 diritti d’uso.
Ogni aggiudicatario dovrà garantire una significativa copertura territoriale e un particolare impegno nelle aree maggiormente escluse dalle altre tecnologie a banda larga. La copertura territoriale è calcolata con un meccanismo a punti previsto dal bando di gara e risultante dall’installazione di impianti nei Comuni dell’area interessata.
Ascolta l’Audio dell’intervento di Paolo Gentiloni
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