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Secondo il quotidiano britannico Financial Times, un gruppo di investitori starebbe facendo pressioni per attuare un cambio ai vertici del gruppo, che includerebbe anche l’avvicendamento dell’amministratore delegato Riccardo Ruggiero.
Tra i nomi in lista per il turnover, quelli di Luca Majocchi – attuale amministratore delegato di Seat pagine Gialle – di Vittorio Colao, che dopo aver lasciato RCS è rientrato in Vodafone come vice del Ceo Arun Sarin, e di Francesco Caio, ex Ceo di Cable & Wireless e attualmente in forza alla Lehman Brothers.
Un nuovo rinvio, intanto, per il via libera all’ingresso dei nuovi soci – l’operatore spagnolo Telefonica, insieme a Mediobanca, Generali, Intesa Sanpaolo e Sintonia – nel capitale della società telefonica.
Le autorità europee hanno già dato l’Ok, ma l’Authority brasiliana per le tlc – Anatel – non prenderà una decisione sul dossier Telco neanche nella prossima riunione del 17 ottobre: tutto slitta dunque alla settimana successiva.
Continua comunque a essere fiducioso il presidente Pirelli Marco Tronchetti Provera, secondo cui al momento della scadenza “tutto andrà come deve andare”.
La partita si chiuderà – ha ribadito più volte l’ex presidente Telecom – come previsto entro il 15 novembre.
Anche il presidente di Telefonica, Cesar Alierta si dice sicuro di una chiusura positiva entro la fine del mese.
Telefonica ha fatto presente, nel corso dell’ultimo incontro con l’Authority brasiliana, di voler fare un ulteriore passo indietro in vista dell’approvazione dell’operazione: la società sarebbe pronta ad evitare ingerenze nella gestione delle attività di Telecom Italia non solo ma in Brasile ma anche negli altri Paesi sudamericani.
Al perfezionamento dell’operazione, Telefonica avrà il 43% di Telco, che a sua volta controllerà il 23,6% di Telecom Italia.
I dubbi delle Autorità brasiliane derivano dal fatto che l’operatore spagnolo controlla il maggiore operatore mobile brasiliano, Vivo, in joint venture con Portugal Telecom, mentre Telecom Italia controlla Tim Brasil, il secondo operatore mobile del Paese con una quota del 25,8% e ricavi in crescita del 37% a 3 miliardi di reais al primo trimestre 2007.
Telefonica, inoltre, controlla società telefoniche in 13 Paesi dell’America Latina, che sono di fatto diventate il motore della crescita della società.
L’Anatel è dunque chiamata a chiarire se l’operazione avrà effetti negativi sulla concorrenza, anche se – secondo quanto ribadito più volte da Alierta – Telefonica mira a una partnership industriale, non al controllo strategico del gruppo.
“Abbiamo detto chiaramente – ha dichiarato Alierta – che Telefonica è per Telecom un partner industriale” e che il risultato dell’operazione sarà “un’alleanza tra due grandi gruppi industriali indipendenti, con sinergie sono su base industriale”.
Telefonica distribuirà il prossimo anno un dividendo di 1 euro ad azione, da 0,75 centesimi di quest’anno, e ha rivisto al rialzo le stime di crescita, con una previsione di crescita del fatturato compresa tra il 5% e 8%.
Il gruppo conta di portare da raggiungere da qui al 2010 quota 290 milioni di clienti dagli attuali 210 milioni e di concludere nuove acquisizioni nei mercati emergenti dell’Europa dell’est, dell’Asia e dell’America Latina.