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Partito Democratico e internet. Il sito del candidato Enrico Letta  

Italia


Quasi gol. Per definire in due parole il sito di Enrico Letta, nulla è più calzante della famosa frase di Niccolò Carosio, che così appellava le azioni belle ma che per un soffio non portavano il pallone in fondo alla rete.

Il sito di Enrico Letta si pone esattamente a metà strada tra l’hard-blog di Marione Adinolfi e il sobrio portalino della Bindi, riuscendo però a prendere il meglio di entrambi.

 

In più, il sito si rivela in realtà un cluster di minisiti locali tecnicamente strutturati gerarchicamente ma che nei contenuti prende la forma di network. Le Regioni coinvolte sono Abruzzo, Calabria, Campania, Lazio, Liguria, Lombardia, Molise, Piemonte, Puglia, Toscana, Umbria, Veneto. Si aggiungono anche una decina di province che testimoniano il tentativo di creare una rete di sostenitori capillare e motivata.

 

Ma andiamo con ordine: il sito ha un concept di tipo Blog, cui si affianca una parte più strutturata, nella testata e nel lato destro.

La testata riporta informazioni classiche, come l’accesso ai siti regionali e provinciali, l’invito alla partecipazione e alla contribuzione economica del lettore; segue la possibilità di leggere una scheda del candidato, di vedere i video della campagna elettorale, il blog e i materiali.

Sulla colonna di sinistra i post, tutti liberamente commentabili, i cui contenuti per la verità mischiano riflessioni in prima persona, e notizie che parlano del candidato in terza persona, con argomenti che svariano da riflessioni sull’attualità (“Myanmar: Enrico Letta in camicia rossa, fermate la tragedia”), pillole di programma (“La Costituzione va difesa e aggiornata”) e fantasie post Veltroniane (“L’insostenibile leggerezza degli anni ’80”) che faranno di certo arrabbiare Mario Adinolfi che possiede tutti i diritti su quel decennio. Pochi, per la verità, i commenti.

 

Il lato destro è diviso in due colonne con una serie di banner che spiegano “come votare Enrico”, Come votare dall’estero, come acquistare online il libro “In questo momento sta nascendo un bambino” e l’invito a partecipare a un Festival delle idee ormai scaduto ma di cui è possibile vedere una sintesi video presa da YouTube con la colonna sonora dei Dire Straits.

Quindi una serie di box di partecipazione, come “attivati” che in forma grafica ripropone tutte le metodologie di partecipazione, l’agenda degli appuntamenti, la bacheca con i contributi e le testimonianze inviate dai sostenitori, gli immancabili video del viaggio per l’Italia. Da sottolineare però lo spazio video su YouTube, che riprende i colori del sito (ovviamente arancione), testimonianza di una attenzione anche ai minimi dettagli. Stupisce quindi di vedere come su YouTube i video sono il doppio che sul sito. Sarebbe stato meglio avere un’unica entrata per evitare asincronie e ridondanze.

 

Sorvoliamo sugli immancabili rss, mentre segnaliamo lo spazio foto di Flickr, a chiusa dell’area 2.0.

Tecnicamente va sottolineata l’adozione dello standard XHTML 1.1 per la formattazione delle pagine, essendo quello di Letta l’unico sito ad usare questo standard avanzato.

Per concludere un sito semplice ma con un impostazione tecnologica di tutto rispetto, curato in ogni dettaglio, anche se la lettura delle notizie doveva e poteva essere fatta meglio, con il giusto mix di partecipazione e di organizzazione e una buona dose di 2.0.

 

Però… “è quasi gol”, manca un dettaglio non da poco: il programma. Non c’è o non si trova (che è lo stesso), tutto è rimandato alle mille pillole sparse nei fari formati testuali e multimediali, e comunque mai in forma chiara e strutturata. Così come manca qualsiasi informazione per contatti che non sia la posta elettronica o cartacea. Per la serie, contribuite ma con sobria discrezione. Che poi, come fai ad aderire se non hai una chiara idea di cosa l’eterno giovane voglia fare da grande?

 

 

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