Unione Europea
La Commissione europea ha deciso di aprire una procedura formale per abuso di posizione dominante contro il produttore americano di chip Qualcomm, detentore dei diritti di proprietà intellettuale sui brevetti mobili CDMA e WCDMA.
A novembre del 2005, sei big dell’industria mobile – Ericsson, Nec, Nokia, Broadcom, Panasonic e Texas Instruments – si sono rivolti alla Commissione europea, lamentando il comportamento anti-concorrenziale della società statunitense che avrebbe limitato l’accesso ai propri brevetti e, imponendo condizioni contrarie al diritto comunitario, avrebbe proposto delle offerte preferenziali ai produttori telefonici che decidevano di siglare contratti di fornitura esclusivi.
L’apertura della procedura, chiariscono da Bruxelles, “non significa che la Commissione abbia prove che attestino l’infrazione, ma semplicemente che verrà realizzata un’indagine approfondita” sulle violazioni denunciate dai produttori di cellulari.
La durata dell’inchiesta sarà determinata da diversi elementi, inclusa la complessità del caso, il grado di collaborazione delle aziende e l’esercizio del diritto alla difesa.
L’indagine verterà innanzitutto sulle modalità di concessione della licenza per valutare se realmente – come denunciato dalle sei società – le condizioni proposte da Qualcomm siano “inique, irragionevoli e discriminatorie”.
Bisogna quindi stabilire se le condizioni imposte da Qualcomm siano contrarie agli impegni FRAND (acronimo di “Fair, Reasonable and Non Discriminatory”) fissati dalla Standards Setting Organizations (SSOs).
Secondo il principio economico alla base dei FRAND, i titolari di brevetti essenziali non dovrebbero sfruttare in maniera abusiva il potere monopolistico derivante dai diritti di proprietà intellettuale su una specifica tecnologia.
Secondo i 6 produttori, la violazione degli impegni FRAND potrebbe causare un aumento spropositato dei costi dei telefonini a discapito degli utenti finali e un rallentamento dello sviluppo delle tecnologie 3G e 4G con conseguente impatto negativo in termini di efficienza economica dell’industria.
Il presidente della società, Steve Altman, da canto suo, si è detto soddisfatto dell’apertura dell’indagine, “che potrà dimostrare l’infondatezza delle accuse” rivolte alla società, basate su “semplici considerazioni commerciali” di aziende che cercherebbero “di soffocare la concorrenza introdotta da Qualcomm sul mercato”.
Nel 2005, dopo essersi difesa affermando che la vasta adesione delle aziende ai suoi programmi di licenza dimostra la lealtà del comportamento della società, Qualcomm aveva fatto causa a Nokia, rea di aver violato una dozzina di brevetti relativi allo standard di cellulari più diffuso al mondo.
I brevetti in questione, spiega Qualcomm, “sono essenziali per la manifattura o l’uso di sistemi conformi agli standard cellulari GSM, GPRS ed EDGE” e Nokia li avrebbe violati, producendo o vendendo negli Usa prodotti compatibili con la famiglia di standard GSM.
La società dispone nel suo portfolio di oltre 6 mila brevetti, concessi e in fase di approvazione, dati in licenza ad oltre 130 aziende produttrici di apparecchiature di telecomunicazione in tutto il mondo.
“Questo esteso programma di licenza – ha spiegato Qualcomm – ha favorito l’adozione delle nuove tecnologie e promosso una vibrante competizione, incoraggiando l’innovazione e l’avanzamento tecnologico”.