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Il VoIP entra in Finanziaria, ma i molti Comuni tagliati fuori dalla banda larga non potranno utilizzarlo

Italia


In base alla manovra Finanziaria 2008, approvata venerdì scorso dal Consiglio dei Ministri, dal prossimo primo gennaio – e comunque in base alla scadenza degli attuali contratti relativi ai servizi di fonia – le pubbliche amministrazioni centrali saranno tenute a utilizzare i servizi VoIP previsti dal sistema pubblico di connettività o da analoghe convenzioni stipulate a livello territoriale.

 

La rideterminazione delle spese postali e telefoniche, con il VoIP assurto al rango di tecnologia leader in fatto di risparmio sui costi dell’amministrazione pubblica – secondo i calcoli dell’esecutivo – permetterà di realizzare complessivamente una riduzione di 25 milioni di euro per l’anno 2008, 140 milioni di euro per l’anno 2009 e 286 milioni di euro a decorrere dal 2010.

 

Al CNIPA il compito di effettuare azioni di monitoraggio e verifica del rispetto di queste disposizioni, la cui mancata applicazione comporterà la riduzione, nell’esercizio finanziario successivo, del trenta per cento delle risorse stanziate nell’anno in corso per spese di telefonia.

 

Già previsto dal Sistema Pubblico di Connettività, istituito con la legge 42 del 2005, l’utilizzo del VoIP da parte delle pubbliche amministrazioni centrali potrebbe però incontrare qualche serio ostacolo di fattibilità.

 

Come ricorda anche l’Associazione Anti Digital Divide, molti comuni sono ancora tagliati fuori dalle tecnologie a banda larga grazie all’immobilismo innovativo di Telecom Italia, e sono quindi tecnicamente impossibilitati a utilizzare i sistemi di comunicazione basati sul protocollo IP.

 

Invitando l’Associazione Nazionale Piccoli Comuni a monitorare attentamente la questione, ADD plaude comunque allo sdoganamento del VoIP, che potrebbe rappresentare una “leva per discutere finalmente delle regole e dei costi per il servizio universale, facendo notare come la necessità di banda larga, come anche l’impossibilità d’accesso, sia ampiamente diffusa”.

 

Tra le altre misure previste in Finanziaria, il taglio di personale e manager del pubblico impiego, rispettivamente del 5% e del 10%, la riduzione del personale nelle pubbliche amministrazioni, il contenimento della spesa per le prestazioni per il lavoro straordinario e varie iniziative per razionalizzare la spesa pubblica.

 

Secondo una recente rilevazione dell’ISTAT, l’Italia si colloca ben sopra la media europea in materia di disponibilità di servizi pubblici in rete, con una crescita di 9 punti in due anni, ma l’offerta si presenta ancora disomogenea in termini di qualità e completezza.

 

Nel 2006, secondo i calcoli del CNIPA, i servizi in rete della PA a imprese e cittadini sono cresciuti dell’11%, con un totale di 260 milioni di transazioni effettuate.

Il numero dei siti delle amministrazioni è salito del 7% arrivando a 1.026 e le visite ai siti sono cresciute del 10%, a 336 milioni.

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