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Ddl Gentiloni al palo: dopo la decisione Ue e del Parlamento, quale futuro per il digitale terrestre in Italia?

Italia


Resta tutto bloccato per l’iter di riforma del sistema radiotelevisivo, la cosiddetta Legge Gentiloni. La conferenza dei capogruppo della Camera non ha, infatti, calendarizzato il Ddl Gentiloni per i lavori dell’Aula da qui alla fine dell’anno.

Intanto il governo ha inserito lo spostamento della data del passaggio completo alla Tv digitale terrestre (TDT), dal 2008 al 2012, nel decreto che accompagnerà la Finanziaria.

La Ue ha inoltre respinto la richiesta di proroga dei termini della procedura d’infrazione all’esame degli uffici di Bruxelles per quanto riguarda l’assetto televisivo italiano. Domanda che era stata avviata in vista del fatto che il disegno di legge, sarebbe dovuto arrivare all’esame dell’Aula della Camera a metà ottobre.

 

Il rigetto da parte della Ue aprirà la porta a sanzioni per il nostro Paese dell’ordine di 300-400 mila euro al giorno, finché la normativa nazionale sulle televisioni non sarà cambiata.

Infatti, secondo l’Antitrust Ue, la legge Gasparri attualmente in vigore “potrebbe introdurre degli ostacoli all’ingresso di nuovi operatori nel mercato dei servizi di radiotrasmissione in tecnica digitale, venendo quindi a rafforzare la posizione degli operatori televisivi già presenti sul mercato italiano“, come Rai e Mediaset, sfavorendo l’ingresso di altri player e limitando la concorrenza.

 

Gli ultimi eventi gettano ulteriore incertezza al quadro del settore radiotelevisivo italiano in un momento particolarmente delicato.

Ma, nonostante il Ddl Gentiloni sia alle battute finali dell’esame da parte delle commissioni Cultura e Trasporti di Montecitorio (mancano solo due articoli da approvare), il suo esame da parte dell’assemblea non è stato inserito nel programma dei lavori.

 

Forse proprio l’incertezza sui tempi dell’iter parlamentare e la sollecitazione proveniente dall’Autorità per le comunicazioni, hanno spinto il governo a inserire lo spostamento dello switch-off della Tv analogica dal 2008 al 2012 nel decreto che accompagna la Finanziaria, con l’obiettivo di dare una certezza normativa alle aziende e agli utenti.

 

Nello stesso decreto è stata inserita la norma che prevede una precisa tempistica per la fine della vendita delle Tv analogiche in Italia. In sostanza dal 2009 sarà autorizzata soltanto la vendita degli apparecchi televisivi in grado di decodificare il segnale digitale.

 

In sostanza l’Italia seguirebbe l’esempio della Francia dove il Governo ha inserito una norma che prevede il passaggio alla vendita di Tv solo digitali nell’arco di due-tre anni. Gentiloni ha sottolineato che comunque “…si tratterà di un passaggio graduale che interesserà per prima la rete della grande distribuzione”.

 

Si tratta di un provvedimento preannunciato nei giorni scorsi da Gentiloni in occasione del BBF 2007 di Roma – evento organizzato da Wireless e Key4biz -, che però ha ammesso che questo da solo non basta “…a favorire un’accelerazione nella diffusione della Tv digitale in Italia, ma servono anche una redistribuzione delle frequenze e contenuti nuovi ad hoc per il digitale”. Interventi previsti dal Ddl all’esame della Camera che ora rischia di rimanere bloccato fino all’inizio del 2008.

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