Italia
Si è aperto ieri a Roma il “Dialogue Forum on Internet Rights“. Questa iniziativa, promossa dal Ministro per le Riforme e le Innovazioni nella Pubblica Amministrazione Luigi Nicolais e dal Sottosegretario Beatrice Magnolfi, è organizzata dal Governo italiano in cooperazione con il Segretariato IGF delle Nazioni Unite e si inscrive all’interno del processo dell’Internet Governance Forum (IGF).
“…Rafforzare il ruolo dell’Onu nel settore di Internet per rendere possibile sviluppo della rete e il rispetto dei diritti universali”. E’ quanto ritiene il Ministro Luigi Nicolais.
“…Si può seguire la via intrapresa dall’Onu in campo ambientale e arrivare alla creazione di un alto garante dei diritti della rete”, ha precisato il Ministro.
“…Servono – ha aggiunto – regole chiare e certe perché la rete di per sé è una cosa libera ed è sempre più estesa. Ecco perché le Nazioni Unite potrebbero avviare un processo di sviluppo del diritto alla rete”.
Nicolais ha inoltre parlato dei problemi connessi alla rete che possono essere molteplici e ha citato l’esempio della Birmania e della Cina che “…dimostrano la capacità di alcuni governi di mettere un freno alla libertà”. Secondo il Ministro si corre il rischio che “…lo sviluppo della rete possa essere piegato agli operatori più forti o a governi che ne fanno un uso distorto: allora forse oggi Internet – ha concluso – non è di tutti”.
Per il Ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, su Internet “…servono regole globali a tutela di uno spazio globale. Regole pubbliche per uno spazio pubblico, che però non devono essere di diretta derivazione dei governi, che spesso e volentieri vedono in Internet una forma di libertà incontrollabile”. Il Ministro, parlando alla convention internazionale, ha sottolineato che per quanto riguarda l’Italia “…l’accesso alla rete garantito a tutti è un impegno di legislatura, con l’obiettivo di arrivare alla sconfitta del digital divide”.
Gentiloni non si è nascosto che su questa strada ci sono sempre questioni da affrontare: la standardizzazione e l’apertura dei sistemi tecnologici, il rapporto tra libertà e sicurezza, la tutela dei minori e della privacy e infine il rapporto tra libertà della rete e proprietà intellettuale.
“…Sono maturi i tempi per definire un Internet Bill of Rights, una Carta dei Diritti, condivisa a livello internazionale, che garantisca apertura, libertà e sicurezza di Internet”, ha sottolineato nel proprio intervento Beatrice Magnolfi.
“…La presenza di 53 Stati, rappresentati dalle più alte cariche, e di un’ampia rappresentanza della società civile e della maggiori aziende ICT provenienti da tutte le parti del mondo – per un totale di 70 Paesi presenti – testimonia un grande interesse, e quindi una necessità sentita, di una Carta dei diritti per la Rete”.
Il Sottosegretario ha aggiunto che “…Per il governo italiano che, insieme alla Nazioni Unite, ha promosso il Dialogue Forum on Internet Rights è un segnale importantissimo, voglio per questo ringraziare tutti gli intervenuti”.
“…La Conferenza – ha detto ancora – dà seguito alla proposta che il Governo italiano ha avanzato al primo IGF lo scorso anno ad Atene: riunire rappresentanti governativi, società civile, settore privato, accademia e comunità tecniche internazionali, ossia tutti gli stakeholder della Rete, per trovare le risposte a una serie di domande, che non attengono soltanto alla libertà di Internet, ma, nella società della conoscenza, hanno a che fare con lo sviluppo economico dei Paesi e, soprattutto con la tutela della democrazia per la nuova cittadinanza digitale e globale. Quali sono i diritti della Rete che devono essere sanciti dalla comunità internazionale? Quale forma deve avere il documento che li raccoglie? E chi – e come – lo deve scrivere? A quale organismo di garanzia il compito di renderlo effettivo? Siamo orgogliosi – ha detto ancora la Magnolfi – che sia proprio il nostro Paese ad ospitare questo confronto internazionale così importante: l’Italia ha numerose e valide competenze giuridiche, economiche, tecniche ed umanistiche da offrire a questo processo”.
Un processo, quello della costruzione dell’Internet Bill of Rights, che non si annuncia facile, sia per la dimensione globale del dibattito, sia per la quantità e la diversità dei soggetti coinvolti.
“…Nonostante sia una sfida complessa, la governance di Internet non è questione rimandabile. Alcune indicazioni – ha concluso il Sottosegretario – le abbiamo già e sono il risultato dei lavori di Atene: l’accesso al sapere; la sicurezza della circolazione dei dati; il rispetto della privacy; la tutela dei minori e degli utenti più vulnerabili; la salvaguardia delle diversità e pluralità delle voci e delle opinioni; la responsabilità dei contenuti rappresentano, potremmo dire, i capitoli della Carta, che andranno dettagliati e soprattutto condivisi a livello internazionale. E’ infatti velleitario tentare di regolamentare Internet, che non ha confini, su un piano esclusivamente nazionale. E una cosa è ormai certa: l’assenza di regole per il web, cui qualcuno negli anni scorsi inneggiava, non è sinonimo di libertà. Assenza di regole significa affermazione del più forte a scapito dei più deboli. E gli esempi di queste disuguaglianze, che dobbiamo cercare di correggere, sono numerosi: dei governi nei confronti della libertà di espressione degli utenti, di alcune software house nei confronti di altre, ma anche di chi, come i pedofili, utilizza Internet come strumento di inganno e sopraffazione nei confronti dei minori. Non è vero che Internet è di tutti: dobbiamo lavorare affinché lo diventi. Il Forum di Roma credo sia una tappa importante in questa direzione: ci auguriamo che il prossimo Igf di Rio de Janeiro, in cui porteremo i risultati dei lavori di oggi, inserisca il tema dell’Internet Bill of Rights tra i punti di rilievo da trattare”.