Google mira al mercato mobile britannico? Il gruppo pronto a muoversi dopo la decisione Ofcom di riallocare le frequenze Gsm

di Alessandra Talarico |

Gran Bretagna


Google

Sulla scia della decisione dell’Authority britannica delle tlc, che ha proposto di liberare parte delle frequenze Gsm utilizzate da Vodafone e O2 per accelerare il lancio di nuovi servizi mobili a banda larga, Google starebbe considerando di acquistare una porzione di spettro anche in Gran Bretagna.

 

Un passo che permetterebbe al re dei motori di ricerca di lanciare un proprio servizio di telefonia mobile – ha spiegato il quotidiano The Guardian – oppure di sollecitare la realizzazione di reti wireless a banda larga basate su standard aperti, come sta già facendo negli Usa, dove la società si è detta disposta a spendere 4,6 miliardi di dollari per aggiudicarsi una parte dello spettro che la FCC metterà all’asta dopo il passaggio alla Tv digitale.  

 

Per l’asta Usa, la società di Mountain View aveva proposto alla FCC di fissare delle regole per spezzare lo strapotere delle compagnie telefoniche e garantire un accesso equo alle risorse di spettro. Una sorta di ‘network neutrality’ simile a quella richiesta dalla web company – con scarso successo – per le reti fisse.

Google ha proposto, in particolare, l’adozione di piattaforme ‘aperte’ per le applicazioni, i dispositivi, i servizi e le reti, in modo da garantire ai consumatori la libertà di scaricare e utilizzare qualsiasi applicazione, contenuto o dispositivo essi desiderino, su qualsiasi rete.

Per quanto riguarda i servizi, Google ha chiesto alla FCC di permettere alle terze parti (i rivenditori) di acquistare servizi all’ingrosso, in base a termini commerciali non discriminatori, di modo da consentire ad altre compagnie wireless di operare sulla rete, a tutto vantaggio della competizione.

L’appello di Google – condiviso da altre web company, che speravano che l’asta spezzasse il duopolio sul mercato americano della banda larga, dominato da operatori telefonici e del cavo – non è però piaciuto al presidente della Commissione, Kevin Martin, che ha fatto sapere di non essere disposto a supportare le proposte della società, pronunciandosi pubblicamente per la prima volta sulla prossima, attesissima asta wireless.

 

Già a lavoro su un proprio telefonino – il fantomatico ma attesissimo Gphone – e su un servizio di pagamento mobile battezzato GPay, Google si appresta quindi a gettare nel panico gli operatori mobili britannici, che già si trovano a dover affrontare il netto declino degli introiti legati ai business core.

 

L’ingresso di Google, pronto a far valere la sua posizione dominante nel settore dell’advertising per offrire servizi completamente gratuiti, potrebbe dunque vanificare gli sforzi fin qui fatti dai player d’oltremanica per convincere gli utenti a navigare internet dalle loro reti mobili.

 

La decisione dell’Ofcom di riallocare alcune delle frequenze attualmente usate dagli operatori mobili potrebbe non solo aprire la strada del mercato mobile al re Mida del web, ma anche consentire un uso più efficiente e flessibile dello spettro e risultare in una migliore copertura delle aree rurali, in un’accelerazione della diffusione di servizi innovativi quali il download di musica e video, in una maggiore interattività, una migliore copertura indoor, in prezzi finali più vantaggiosi per i consumatori.

 

Si tratta di una decisione che si allinea alla volontà della Commissione europea, che ha lanciato una strategia volta a ridurre le restrizioni all’accesso e all’uso di questa risorsa essenziale nell’ambito delle comunicazioni wireless, al fine di “rimuovere potenziali barriere all’innovazione, alla crescita economica e alla scelta dei consumatori”.

 

L’ultima asta di spettro per la telefonia mobile si è tenuta nel 2000, nel pieno del boom delle dot.com, e gli operatori hanno sborsato ben 22,5 miliardi di sterline.

La nuova asta difficilmente raggiungerà questi livelli, ma secondo le valutazioni dell’Ofcom questa ‘liberalizzazione’ potrebbe apportare al Regno Unito vantaggi economici per 6 miliardi di sterline.

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