Unione Europea
La Commissione europea ha adottato una nuova proposta per garantire lo sviluppo del sistema di radionavigazione satellitare Galileo attraverso un contributo di 2,4 miliardi di euro proveniente da una revisione della programmazione finanziaria 2007-2013.
Altri 309 milioni di euro saranno destinati allo European Institute of Technology (EIT).
Presentata anche una proposta modificata del regolamento sul finanziamento dei programmi che prevede l’iscrizione integrale dei costi della fase costitutiva di Galileo nel bilancio comunitario. La proposta mira anche a migliorare la gestione pubblica dei programmi.
La soluzione che dovrebbe far ripartire il programma – inabissatosi dopo il dietrofront del consorzio che si era aggiudicato la concessione del sistema satellitare – non richiede un aumento del budget previsto: il grosso dei fondi (2,1 miliardi di euro) verranno probabilmente presi dai fondi per l’industria previsti per quest’anno e il 2008, mentre gli altri 300 milioni potrebbero essere riassegnati dal bilancio per la ricerca scientifica.
Per il vicepresidente della Commissione Jaques Barrot, “L’Europa ha bisogno di Galileo”.
Oggi, ha spiegato Barrot, “ho messo sul tavolo tutti gli elementi che permetteranno al Parlamento e ai ministri di prendere le decisioni necessarie sul programma e sul suo finanziamento entro la fine dell’anno”.
Le risorse finanziarie necessarie allo sviluppo dei programmi europei di navigazione satellitare (Global Navigation Satellite System – GNSS) ammontano a 3,4 miliardi di euro per il periodo dal 1° gennaio 2007 al 31 dicembre 2013.
L’Europa ha già impegnato 2,5 miliardi di euro per il loro sviluppo e il forfait del consorzio concessionario, che chiedeva alla Ue di accollarsi i rischi connessi allo sviluppo di Galileo, è stato un rischio sottovalutato dalle istituzioni, oltre a far accumulare un ritardo tale che potrebbe far slittare il debutto del sistema al 2009 e la sua realizzazione completa al 2014 o anche oltre.
Uno scacco che ha imposto di apportare modifiche al programma originale e ha costretto la ue ad accollarsi integralmente le spese relative alla fase di sviluppo del programma.
L’Europa non vuole, ma soprattutto non può perdere l’occasione di sviluppare un proprio sistema di navigazione satellitare, anche perché, come ha ribadito la Commissione nella sua Comunicazione dello scorso 16 maggio al Parlamento e al Consiglio, se il progetto Galileo venisse affossato prima di decollare verrebbe a ricrearsi – anzi ad “aumentare sensibilmente” – la dipendenza dal sistema americano GPS e, potenzialmente, dai sistemi Glonass (Russia) e Compass/Beidou (Cina).
Questi sistemi, ha ricordato la Commissione, sono stati realizzati con fondi pubblici per scopi civili e militari o solo militari, e se l’Europa non andasse avanti con Galileo sarebbe l’unica grande economia a non disporre di tecnologie proprie. In assenza di competenze tecniche residenti, inoltre, il settore privato europeo avrebbe difficoltà a sfruttare i benefici del mercato mondiale dei servizi e delle applicazioni di navigazione satellitare, che dovrebbe attestarsi attorno ai 450 miliardi di euro l’anno a livello mondiale a partire dal 2025.
Anche se la cifra sia molto allettante il mercato per il titolare della concessione, che fornisce i segnali nello spazio, sembra meno certo. Questo per il fatto che il GPS è gratis e c’è ancora incertezza sulla misura in cui le autorità pubbliche utilizzeranno il servizio per l’utenza istituzionale PRS (Public Regulated Service) di Galileo. Come ha detto qualcuno: chi comprerebbe Pepsi se potesse avere Coca Cola gratis?
La Ue chiede comunque agli Stati membri e al Parlamento di sostenere le sue proposte in termini politici, finanziari e di gestione del programma per garantire una buona conclusione del progetto entro un termine compatibile con le esigenze del mercato.