Key4biz

Pubblicità e web, cambiano i modelli di business. Dopo il NYT anche il Wall Street Journal pensa ai contenuti gratis

Mondo



Pubblicità online, sono queste le due parole chiave dei nuovi modelli di business per la stampa che ha investito in rete. Un formato ‘rubato’ alle Tv commerciali, le cui entrate sono interamente basate sugli spot e il pubblico dei telespettatori non paga nulla. Convergenza quindi che non riguarda più solo le tecnologia ma che adesso coinvolge anche le strategie di vendita.

 

Subito dopo la grande svolta del New York Times, che ha deciso di mettere a disposizione degli utenti internet, gratuitamente, il proprio archivio, anche il Wall Street Journal potrebbe decidere di seguire l’esempio.

A dare la notizia è il nuovo proprietario del più eminente quotidiano finanziario del mondo, Rupert Murdoch, che ha detto d’essere propenso a rendere gratuita la versione online, che oggi fa incassare 65 milioni di dollari.

 

La decisione dovrà essere tuttavia ancora attentamente valutata, ma ci sono buone premesse perché si adotti questa soluzione. Il tycoon pensa che  rendere gratuita la visualizzazione del quotidiano sulla Rete potrebbe aumentare il numero di lettori e le entrate a livello globale.

“…Io non penso – ha sottolineato Murdoch agli investitori durante una conferenza a New York – che la diffusione gratuita possa danneggiare il giornale”.

 

Le parole del magnate dei media arrivano un giorno dopo la decisione del New York Times di rendere gratuita la visualizzazione delle sue pagine online, puntando tutto sui ricavi derivanti dalla pubblicità.

La società ha spiegato che puntare sull’eAdvertisement consentirà di guadagnare più dei 10 milioni di euro raccolti annualmente con gli abbonamenti.

Il costo del servizio TimesSelect del NYT era di 7,95 dollari al mese o 49,95 dollari l’anno e il mese scorso contava su 227.000 abbonati.

Questa formula dava accesso ai prestigiosi editoriali di Thomas Friedman, Maureen Dodu e Paul Krugman.

 

Da adesso è tutto gratuito, anche gli archivi che vanno dal 1987 a oggi e quelli dal 1851 al 1922. Resterà invece a pagamento l’accesso all’archivio del New York Times fra il 1923 e il 1986.

 

Vivian Schiller, Vice Presidente Esecutivo e Direttore Generale del NYTimes.com, ha dichiarato: “Procederemo in questo cambiamento, perché internet è profondamente cambiato da quando abbiamo lanciato TimeSelect“.

“…Crediamo – ha aggiunto – che rendendo disponibili tutti i nostri contenuti e milioni di nuovi documenti possa creare un flusso di ricavi che supererà quelle provenienti dalle sottoscrizioni”.

 

La Schiller non ha voluto rivelare le previsioni delle entrate dopo la scelta di fornire i contenuti gratuitamente. Nessuna informazione neanche per quanto riguarda l’impatto finanziario sul giornale, ma ha assicurato che non è stato deciso alcun licenziamento.

 

I giornali americani sono stati costretti a confrontarsi con una drastica riduzione delle entrate pubblicitarie e degli abbonamenti, davanti al lento e progressivo passaggio degli utenti alla consultazione su internet.

 

“…Tutto è gratuito sul web ed è normale che i lettori tendano a spostarsi su internet”, ha commentato Alan Mutter, ex editore del San Francisco Chronicle e proprietario di un blog specializzato in internet.

“…Più visitatori hai sul tuo sito, più puoi vendere (pubblicità)”, ha detto ancora Mutter. “…Al momento sembra essere un’ottima idea”.

Exit mobile version