Germania
Via libera dall’Antitrust tedesco a T-Mobile, O2 e Vodafone, tre dei più grandi operatori di telefonia mobile della Germania, a costruire una piattaforma tecnologica comune per la trasmissione della Tv mobile utilizzando lo standard europeo DVB-H (Digital Video Broadcasting – Handheld).
La decisione darà notevole impulso alla diffusione della Tv mobile nel Paese. Le tre società potranno anche comprare insieme i programmi, che commercializzeranno tuttavia separatamente.
L’Autorità riconosce in ogni caso che questa cooperazione limiterà la concorrenza tra gli operatori. Ma i player si sono impegnati a rispettare alcuni obblighi in modo da lasciare i propri clienti liberi di fare le loro scelte.
Questa misura va nel senso di rispettare la volontà della Commissione europea che recentemente ha inviato una comunicazione ai Paesi membri, spingendoli all’uso dello standard DVB-H.
In caso di reticenza ad adottare lo standard “consigliato” dalla Commissione, questa potrà decidere di rendere la norma obbligatoria a partire dal 2008.
Un formato comune consente infatti un’accelerazione del mercato e lo sviluppo dei programmi televisivi su cellulari.
La Commissione ha già investito circa 40 milioni di euro nella ricerca legata alla Tv mobile e ha sostenuto l’introduzione delle norme aperte di diffusione video digitale (open DVB), che riguardano anche la radiodiffusione mobile.
La Tv in mobilità è in grado di creare nuove opportunità commerciali per i produttori di contenuti e fornitori di servizi di offrire nuovi servizi a valore aggiunto agli utenti, oltre a creare occupazione in Europa. Mentre al momento i singoli Paesi vanno sviluppando ciascuno il proprio mercato della Tv mobile, la Commissione ha ribadito la necessità di disporre di una strategia comunitaria proattiva e coordinata.
La Commissione stima che il mercato della Tv mobile potrebbe generare 9 miliardi di euro di entrate nel mondo nel 2009 e 20 miliardi nel 2015.
Viviane Reding, Commissario Ue per la Società dell’Informazione e Media, ha recentemente dichiarato che “…La Tv mobile offre all’Europa la possibilità di combinare i propri punti di forza nel settore delle comunicazioni mobili con la ricchezza e la diversità che caratterizzano il settore europeo degli audiovisivi”.
“…Per sfruttare pienamente i vantaggi di questo mercato – ha detto la Reding – ed esportare un modello europeo, così come abbiamo fatto con il GSM per la telefonia mobile, l’industria e gli Stati membri devono collaborare più strettamente per definire una strategia comune, confrontare le tecnologie, analizzare gli eventuali ostacoli giuridici, mettere a disposizione le necessarie frequenze radio ovunque in Europa e scegliere insieme il modo migliore di garantire l’adozione rapida e generalizzata della televisione mobile da parte dei cittadini europei, preferibilmente sulla base di una norma unica. E’ arrivato ormai il momento di elaborare un nuovo modello di Tv mobile che ne garantisca il successo economico in Europa”.
Oggi sono diciassette gli Stati membri che usano già il DVB-H. L’Asia, dalla sua, ha adottato il DMB, mentre in America si usano le due tecnologie di broadcasting mobile e anche MediaFLO.
Alcatel sta sperimentando uno standard ibrido che intende adattare il DVB-H alle frequenze satellitari in S-band (2,17 – 2,22 GHz), per evitare il problema del sovraffollamento nella banda televisiva UHF che molti carrier europei pensano di usare nella Tv mobile.
Alcuni produttori, tra cui Nokia, vorrebbero che l’Unione europea distribuisse una banda di frequenza per i servizi digitali. Ma le Autorità di regolamentazione, come l’Ofcom britannico, esitano a sostenere questa scelta, soprattutto se si tratta di favorire una tecnologia o un servizio di Mobile Tv a spese di altri nuovi servizi come la Tv ad alta definizione (High Definition Tv – HDTV).
Diversamente da MediaFLO, di proprietà dell’americana Qualcomm, il DVB-H è una tecnologia “aperta” e accessibile a tutti e per la Commissione è “tecnicamente superiore” alle altre.
L’interoperabilità tra le piattaforme e i dispositivi correlati è indispensabile per assicurarne l’ampia diffusione sul mercato europeo.