Giappone
Secondo il quotidiano finanziario Financial Times, il gigante dell’elettronica giapponese Sony starebbe per vendere i suoi impianti di produzione di semiconduttori alla connazionale Toshiba per una cifra stimata attorno ai 100 miliardi di yen (627 milioni di euro).
La mossa – spiega il quotidiano della City – rappresenta un vero e proprio ritiro dalla produzione di semiconduttori high-end, quali ad esempio il microprocessore ‘Cell’ utilizzato nella PlayStation 3, costato investimenti per 200 miliardi di yen.
Le trattative sarebbero già iniziate e sarebbero diretta conseguenza della crescente pressione sui produttori giapponesi, alle prese con la mancanza di competitività globale, in particolar modo nel mercato dei sistemi LSI, microprocessori inclusi, dominato da vendor come Intel e IBM.
L’operazione si inserirebbe anche nella strategia di Sony, decisa a tornare a concentrarsi sui suoi asset core: lo aveva anticipato del resto il Ceo Howard Stringer che quest’anno sarebbero state tagliate le spese relative alla produzione di chip.
Sony ha comunque adottato un approccio in linea con quanto sta succedendo un po’ in tutto il settore dei semiconduttori, nel quale predomina il modello dell’esternalizzazione parziale della produzione dei componenti non-core.
I sistemi LSI, in particolare, richiedono grandi investimenti ma, essendo chip ideati per specifiche applicazioni e non vendibili su larga scala, diventa pressoché impossibile recuperare i costi.
Il microprocessore ‘Cell’, ad esempio, è il componente più costoso della PlayStation 3, la nuova versione della celebre console giochi della Sony, ed è stato sviluppato insieme a IBM e Toshiba.
A conferma della pressione competitiva che investe il settore giapponese dei sistemi LSI, la richiesta da parte del ministero dell’Economia giapponese ai big del settore – NEC, Toshiba e Fujitsu – di unire le proprie operazioni in un unico impianto.
Sony e Toshiba sono tra l’altro in serrata competizione nel settore dei DVD ad alta definizione e dei personal computer.
Nel settore dei DVD, la guerra tra Sony e Toshiba si sta consumando ormai da anni. In mancanza di un accordo, i due colossi tentano di imporre il proprio standard per l’alta definizione su un mercato stimato in diversi miliardi di dollari, costringendo i produttori video a scegliere su quale supporto offrire i contenuti HD.
La prima battaglia, vinta da Toshiba, è stata negli anni ’90 per il formato della prima generazione di DVD. Una lotta che ricorda la storica guerra fra VHS e Betamax, tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli ’80, con l’avvento del videoregistratore, che si è conclusa con la vittoria universale del primo dei due sistemi.